L'ennesima batosta.
Non si fa in tempo a godere dell’accennato sorriso per via di una minima ripresa del settore nautico e turistico che durante i preparativi per la prossima stagione arriva l’ennesima batosta. La Corte costituzionale si è infatti pronunciata l’undici febbraio scorso, a proposito della norma introdotta col Salva Italia per il rilancio del settore nautico e turistico che, equiparando i Marine resort alle strutture ricettive all’aria aperta, modifica il regime iva dal 22 al 10%. Tutto parte da un ricorso della regione Campania, che denuncia una mancata discussione in Conferenza stato-regioni, visto che entrambi hanno competenza in materia (lo Stato per l’aspetto fiscale e la regione per quello turistico). Probabilmente l’allora governatore campano Caldoro avrebbe voluto mettere la sua circa la definizione di Marina resort, fatto sta che oggi l’agevolazione iva al 10% è caduta e mancano pochi mesi per arrivare nel vivo di una ancora cortissima stagione turistica. Probabilmente la legge del 2014 messa in discussione troverà applicazione solo nelle regioni che hanno legiferato in autonomia (Liguria, Emilia Romagna e Friuli), ma intanto gli operatori e le associazioni di categoria (Ucina, Assomarinas e Assonat) sono nel pallone e chiedono un incontro urgente con i ministri Padoan e Del Rio. E’ vero che si registra, anche sotto il Vesuvio, una grande disponibilità, ma l’incertezza non fa impresa e in una situzione prolungata di sofferenza tutto ciò si traduce in ulteriore crisi. Non è chiaro ad oggi il percorso più breve per una rapida risoluzione del problema. Può darsi che venga chiamata in causa la Regione Sardegna comunque rea di non aver legiferato in materia al pari delle regioni suesposte e forse svincolate dall’ultimo pronunciamento della Corte costituzionale.
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