Le Seppie di Villa
Tra le bandiere Yamashita, al tramonto e fino alle 20,30, una quindicina di affermati spinner, tentano il tutto per tutto, armati con gli artificiali più performanti. L’obiettivo sono i calamari in testa al molo e le seppie nelle anse più tranquille. Non sembra, in esordio, una serata da ricordare finché Cansella non intravede sul fondo una seppia che gioca con la sua esca. Tira e ritira il mollusco rimane impigliato tra gli aculei malefici: 1:0. Il buio riaccende l’attività su un molo reso accessibile in corso d’opera e qualcuno (Alessandro Faedda e Alessandro Desogus) si produce addiritura in una doppietta mentre sul fronte Loligo vulgaris, tutto tace. Non sono serviti gli attacchi di Faedda e Giancarlo Congiu, tanto per fermarci al podio: i 685 grammi del seppione di Giuseppe Cansella sono irraggiungibili. Dopo le verifiche e i confronti la serata prosegue nei locali della Lni con tavola imbandita, vino a profusione e qualche calamaro dono della sezione “in barca” (leggasi Francesco Farris e Gianni Pusceddu) che ha equilibrato la composizione del barbeque. L’allegria quindi contagia anche la premiazione, tra applausi e sfottò. Per la cronaca, i calamari, dopo aver snobbato il fatidico tramonto, sono arrivati a notte fonda, quando ormai il sipario era sceso sull’evento “cefalopode” e solo alcune canne hanno resistito.
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