Le Orate di Katia
Quando la contatto, manco a dirlo, è a pesca. La voce squillante e allegra fa trasparire tutta la sua felicità. Infatti mi confessa che ha appena portato a guadino una bella orata, oltre il mezzo chilo. Katia Atzori, di base a Monastir, una sorella gemella e due genitori che la adorano, puntualmente ricambiati, rappresenta una categoria spesso trascurata, quella delle donne pescatrici. Il nostro, per la verità, è ancora un mondo di maschietti, ma gradualmente la “quota rosa“ sta aumentando ed anche se sono ancora poche le donne che frequentano l’ambiente dell’agonismo, in spiaggia e sui moli della nostra isola, le ragazze sono sempre più presenti, appassionate e determinate. Per questo motivo, la testimonianza di Katia è importante: impariamo a conoscere la pesca da un nuovo punto di vista.
Ciao Katia, ricordi quando hai iniziato a pescare? Molti “debuttano” grazie alla passione dei genitori o di parenti. È stato così anche per te?
La passione per la pesca me l'ha trasmessa mio padre che fin dall'età di 5 anni già ci portava, mia sorella ed io, a pesca con lui. Ricordo che mi dava una canna piccolissima e vecchia; con quella pescavo solo pesciolini piccolini mentre lui solo grandi. Non riuscivo mai a capire il perché. Poi, con il tempo, ho capito che ci vuole pazienza, pratica e tecnica.
Quali tecniche di pesca prediligi?
La mia pesca preferita è il rock fishing perché non si sa mai cosa possa abboccare. Mi piace molto anche la pesca a fondo.
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