L'America è lontana
Ipotizzare il futuro della pesca ricreativa non è un’impresa di poco conto. Infatti, il percorso seguirebbe le norme promulgate dai vari governi, centrale e periferici, di fatto abbastanza sordi e insofferenti alle nostre istanze, e quindi per lo più immobili. Inoltre, troppo spesso, le sporadiche aperture, in un quadro generale già abbastanza restrittivo e asfittico, vengono per lo più disattese restando senza seguito. Ad esempio continua a persistere un’esagerata limitazione degli spazi, vedi l’interno dei porti, dove, sulla carta, sarebbero concesse aree dedicate, mentre invece si moltiplicano i divieti di accesso. Sulle spiagge va un po’ meglio, perché nei mesi invernali non ci sono limitazioni, ma è anche esagerato che per gran parte dell’anno, imperi incontrastato l’uomo in mutandina e telo da bagno. E che dire della pesca in barca? Dei milioni che girano intorno a quest’attività e dei miseri 5 chili di pescato tutt’ora concessi come quota massima giornaliera? Il tutto, assecondando le richieste di una categoria di professionisti la cui attività sta portando il Mediterraneo alla morte biologica. “Ma l’America è lontana…”. Sì, l’America è lontana, molto più lontana della Luna, cantata da Dalla. La pesca è indissolubilmente legata al settore nautico, come in America, e almeno noi, in Sardegna, dove i servizi nautici sono un’eccellenza nel Mediterraneo, dovremmo avere il giusto riconoscimento e una legislazione che ci tuteli anziché vessarci. Ecco, il futuro è legato a questo, alla capacità di chi governa di vedere in noi una ricca opportunità, anziché un fastidio imbarazzante e ingiustificabile.
Commenti ()