La Tecnica Dinamica
Prendendo spunto da quanto mi è capitato durante un'uscita di poco tempo fa, e non ultimo dalla considerazione che catturare pesci con il fucile è ormai sempre più complicato, approfitto dello spazio concessomi per affrontare un discorso già lungamente trattato sotto i suoi tanti aspetti, nella fattispecie quello della tecnica, ma che vale sempre la pena di considerare vuoi per l'importanza che il tema riveste, vuoi perché l'argomento stesso è tutt'altro che “statico”. Gli studi continui in questi ambiti, la tecniche e le attrezzature sempre più specifiche ed avanzate e le conoscenze dell'ambiente sottomarino in genere, hanno fatto si che si siano raggiunte profondità di pesca sempre più grandi (alcuni, ormai famosi nel web, si dedicano costantemente all'aspetto ed agguato profondo, tranquillamente ben oltre i 30 metri), ad insidiare grosse cernie, dentici e pelagici, con una tecnica dunque assolutamente mirata le cui prede testimoniano una ineccepibile preparazione atletica. Altri forti pescatori si dedicano perlopiù (se non esclusivamente) alla pesca in tana, tecnica anch'essa diventata, per ovvie ragioni, sempre più fonda, e comunque forse l'unica in grado di offrire, al pescatore esperto, le migliori chance di far carniere, a patto naturalmente di conoscere le zone dove si possono ancora trovare i saragoni da chilo e più, insieme alle grosse corvine, mustelle ed ancora capponi o cernie. Non a caso infatti, gli atleti che gareggiano ai livelli più alti sono generalmente “tanisti”, o comunque necessariamente capaci in questa specifica tecnica, dal momento che in una situazione con 40 o più concorrenti in acqua “la tana” rappresenta davvero la soluzione vincente per appendere al cavetto qualche preda valida (continua sul giornale).
Commenti ()