La Spigola di Marco
Stiamo guardando il meteo da diversi giorni quando, all’improvviso, colti tutti e tre dal medesimo richiamo dell mare, facciamo trillare i nostri telefoni: “sei libero domani sera?”. “Ti stavo per scrivere io. Certo che sono libero... andiamo?”. Ora che è deciso, si inizia con i preparativi. Canne, muli, piombi, ami… Perfetto, lo zaino è pronto! Resta da scongelare le esche del freezer. Certo, la carne fresca ha sempre una marcia in più, si sa, ma le uscite improvvise sono così per cui scongeliamo qualche cannolicchio, qualche seppietta e gli immancabili tranci. Siamo in inverno pieno e fa pure abbastanza freddo, ma oramai i nostri cari amici serra, molto spesso, sono stanziali. Manca solo un’esca ma è troppo tardi per svegliare l’amico Luca Toni. La chiamata è solo rimandata di qualche ora e alle nove del mattino del giorno dopo, ecco che il telefono squilla: “Ciao Luca, non è che hai qualche muggine?”. “Ciao Fabrì, qualcosa dovrei avere, passa!”. Il tempo di prendere secchio e ossigenatore e si parte, 15 muggini entrano nel secchio, 5 a testa. Molti? Pochi? Come dico sempre quando uso il vivo: uno. Ne basta uno!!! L’appuntamento con Lino e Marco è alle tre. Davanti ad un buon caffè si decide lo spot e finalmente si parte. In macchina i soliti discorsi e le speranze quasi si materializzano nell’abitacolo. Possiamo andare decine e decine di volte a pesca, ma quando due o più appassionati si trovano in macchina, a prescindere dal tempo che servirà per raggiungere la meta, l’argomento è scontato, tutto il resto come per magia sparisce. Il mare è perfetto. Una scaduta che ci permetterà di pescare tranquillamente per parecchie ore, ci appare davanti agli occhi. Iniziamo subito a dividerci le postazioni, destra, sinistra, quando all’improvviso sentiamo Marco: “vi offendete se io invece vado in macchina tutto a sinistra, alla fine della spiaggia?”. Con Lino ci guardiamo in faccia e quasi all’unisono esclamiamo: “perché? Tutto a sinistra il mare è già quasi calmo!”. Dopo una breve chiacchierata capiamo che Marco ormai ha preso la sua decisione, attratto da quella piccola voce che parte da dentro e che ogni angler conosce bene. C’è chi lo chiama senso del mare, chi istinto, chi esperienza, chiamatelo un po’ come volete, sta di fatto che quando quella strana sensazione prende il sopravvento non si può fare altro che assecondarla e darle retta. È ancora luce quando tutte le canne, tre a testa, sono in pesca.
Sia io che Lino iniziamo a fare ruotare le esche, una canna con la seppia, una con il cannolicchio e una con il muggine vivo. Il picco dell’alta mare è alle 20,00 e per ora decidiamo di non utilizzare tutto il vivo. Passano le ore, si sa che questa è una pesca di attesa. Mangiamo velocemente un panino e ricambiamo le nostre esche per affrontare al meglio il momento migliore, ormai giunto. I chilometri che si percor- rono andando e tornando da una canna all’altra aumentano sempre più. Sono accanto a Lino quando all’improvviso squilla il telefono: “pronto?”. “L’ho presa, l’ho presa ed è pure grossa...” . “Quanto grossa?”. “Non lo so, ma è grossa, mi ha fatto dannare per toglierla fuori, tirava come fosse un serra, non so come ha fatto ma l’ho allamata al labbro, tirava come un treno.”. Dopo aver finito di emozionarci con Marco, come se fosse una cattura collettiva, lo invitiamo a venire da noi per consumare un buon corroborante, naturalmente, in compagnia della sua spigola. L’odore del caffè che esce dalla caffettiera, di notte, in spiaggia, al freddo, ha sempre un gusto particolare. Non facciamo in tempo a godercelo che veniamo investiti da un fascio di luce: “Eccoci qua, siamo arrivati…”. È bellissima, ed è veramente grande. Prendiamo subito la bilancia, che come al solito nel momento del bisogno ci abbandona. Cerchiamo in tutti gli zaini due pile nuove... eccole, il tempo di cambiarle e appenderci la preda e il display prende vita… 4.180 grammi. Non è grande... E’ fantastica! Dopo le foto di rito non ci resta che bere un ultimo sorso di caffè caldo e ritirare le canne. Abbiamo finito il vivo. Il mare è quasi calmo e quindi si ritorna a casa, felici per aver condiviso questa avventura che, per l’ennesima volta, ci ha insegnato a seguire sempre il nostro istinto e, come detto all’inizio, ci ha confermato che per trasformare una serata normale in una serata speciale non importa quanti muggini si hanno, perché alla fine, ne basta solo uno!
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