La Prima di Smeralda Deep Sea
E' la Smeralda Deep Sea la società sportiva di pesca in apnea, nata soltanto nel 2019, che si propone di ridare a Arzachena quel ruolo che fino a 25 anni fa faceva rumore in tutto lo Stivale. Massimo Giagoni, presidente del sodalizio gallurese, sostenuto dai suoi 30 atleti, è convinto di farcela. “L’entusiasmo c’è e le potenzialità dell’area, non sono mai mancate - dice Giagoni - Arzachena merita una posizione più in vista e sono sicuro che piano piano, partendo dal basso, recupereremo il tempo perso e raggiungeremo l’obiettivo”. Con queste pre- messe, la fine d’ottobre segna un vero e proprio punto fermo nella storia della pesca in apnea in Gallura. Infatti, esattamente domenica 24, la giovane società, ha organizzato la prima prova selettiva sarda, valevole per l’ammissione al Campionato italiano di seconda categoria. Le aspettative non erano affatto buone per via del meteo avverso i cui venti da NNE, nonostante la ferma intenzione degli organizzatori di sfidare gli elementi, hanno mantenuto in forse la manifestazione fino all’ultimo. Sono 46 gli atleti iscritti alla pro-va, qualcuno in meno, all’appello, in spiaggia, al Romazzino. E sembrava anche che non si mettesse bene, tanto che Giagoni, in accordo con Alberto Sechi, navigato giudice federale, ipotizzava l’interruzione della competizione, una volta raggiunta la validità. Comunque lo spettacolo non è mancato. Nonostante il cielo coperto, vedere 41 atleti animare la spiaggia di primo mattino e nuotare con vigore verso il largo per raggiungere le poste migliori è un’emozione che si perpetua ad ogni appuntamento. In pratica è una bella prova fisica, considerato che le onde e la corrente, superati i primi 400-500 metri, erano davvero impegnative. E infatti, solo in pochissimi, pinneggiando per almeno 22 minuti, hanno raggiunto e superato le Isole dei Poveri a quasi un miglio di distanza. Ma il percorso è costellato di risalite e tane, magari un po’ sfruttate, in un contesto di media profondità. Per tanti la gara si è svolta a ridosso di Punta Capaccia, a sinistra della spiaggia e molti, forse i più indecisi, hanno abbandonato anzitempo. Insomma un esordio complicato, per tutti, atleti e organizzatori, ma come sempre, finito con un piatto di pastasciutta e tanti appalusi. Diciamo che per due ore dal via, la spiaggia è rimasta deserta. Poi sono iniziati i primi rientri. Difficile stare in acqua senza star male.
“Difficile stare in acqua senza star male. E così tra carnieri più o meno soddisfacenti e qualche spiraglio di luce inatteso, la gara si è consumata fino alla fine, alle 12.30”.
E così tra carnieri più o meno soddisfacenti e qualche spiraglio di luce inatteso, la gara si è consumata fino alla fine, alle 12.30. La passerella però è iniziata ben prima, infatti già dalle 11.30 sono approdati diversi carnieri dignitosi, tra i quali quelli di Gianleo Carta con diverse corvine di cui una speciale; Francesco Piras, nel cui cavetto spiccavano un bel numero di capponi; Gian Mario Mette, che vanta tra capponi e corvine anche una orata; Carlo Fresu, anche lui con bei capponi e corvine e Alessandro Usai con un po’ di saragoni. Poi il trasferimento in un locale a Cannigione per il pranzo, la pesatura e infine la premiazione. Ottimi malloreddus, uno, due e pure il terzo piatto, poi il secondo e vino a gogò. Ci voleva. Cambio di fronte per la pesatura. Al banco della bilancia, oltre a Alberto Secchi, notaio, Massimo Giagoni, e Gianleo Carta, quel Sergio Oggiano, il Maestro gallurese, già protagonista in queste pagine, pescatore professionista e sportivo, idolo e insegnante per tanti giovani e non di Arzachena e dintorni. L’attenzione è per i carnieri del quintetto “papabile”. Ma la sfida vera è tra Carta, Piras e Mette. Tutti e tre, tra specie e prede, totalizzano 2400 punti, ma Car-ta, atleta della Smeralda, ha i pesci più pesanti e va dritto sul gradino centrale del podio. Alla sua destra Francesco Piras dell’Asdgs Corallo sub di Alghero, completa il trio Gian Mario Mette dell’Aps Maestrale di Porto Torres. Un risultato soddisfacente per tutti, geograficamente ben distribuito e quindi prova di una gara aperta, senza favoritismi. Con un generoso ritardo sul programma, la premiazione si conclude, con applausi e tanto entusiasmo, anche per la sorpresa dedicata ai più giovani, Marco Podda e Gabriele Cirillo, che a pari merito ricevono un fucile Mobula consegnato dalle mani del generoso creatore, artigiano sassarese, Antonio Mura.
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