La miglior protesta è la piazza
Ricordate il motto “Contiamoci per contare”? Era il cavallo di battaglia promosso da Fipsas, alcuna stampa specializzata e perfino grandi aziende del settore. Tutti favorevoli ad un censimento dei pescatori ed eventualmente un tesserino più o meno a pagamento. Di fatto l’unico o comunque il primo cavallo di troia per superare gli austeri muri del Parlamento e sedersi, da paro a paro, intorno al tavolo che conta. Lo sviluppo di tanta ceca e non disinteressata politica l’abbiamo oggi davanti a nostri occhi, sui media di qualunque piattaforma. Tutti si rifanno all’avviato iter del Testo unificato che conferma, immutata, l’istituzione di una licenza a titolo oneroso per la pesca sportiva e ricreativa in mare. 20 euro per la pesca dalla barca e 10 euro per la pesca da terra (ipotizzabile un ricavo di 15 milioni di euro). Purtroppo il documento riporta con chiarezza anche la ripartizione delle risorse che forse dal 2017 si renderanno disponibili: 60% per la pesca professionale; 30% per attività di controllo; 10% al Coni. Tutto ciò segue, nonostante il dietro front (falso) del parlamentare di FI (Catanoso) che oltre ad essere autore delle nostre preoccupazioni si è pure guadagnato una vetrina nelle pagine di un autorevole mensile di settore. Ma non solo, di pari passo si muove, purtroppo con scarsa fortuna, la protesta della Fipsas che sui social cerca sponda tra iscritti e guarda caso anche tra i non iscritti. Cioè gli stessi a cui viene negato l’accesso alle manifestazioni promozionali federali organizzate dalla periferia, dai circoli. Quale ultima possibilità, sarà comunque conveniente che tutti aderiscano all’appello promosso dalla federazione. Io sono sempre dell’opinione che la miglior protesta sia la piazza, non vorrei però che qualcuno volesse tenere ancora una porticina aperta. Sai… non si sa mai.
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