La Canna d'Oro edizione 2019
La Canna d’Oro 2019. Trentacinque anni di vita. Una enormità, una eccezione. Un miracolo, visti i tempi che corrono. Un miracolo in controtendenza visti i numeri raggiunti. Ma l’impegno non è certo mancato, in verità, e gli sforzi di Manuel Chessa e tutto il Larus Club Sassari meritano il giusto riconoscimento. Diciamo quindi che La canna d’Oro è un miracolo a metà, il resto è tutto sudore dei soci volenterosi e sacrifici degli atleti, impegnati in una quattro giorni assolutamente unica, assolutamente impegnativa, assolutamente affascinante. La base del successo è certamente la formula: tre manche, per box di altrettanti componenti: due di una società con l’onere della scelta della spiaggia e uno di provenienza esterna con posizione centrale rispetto ai due, e funzioni di giudice, di garante. Nelle tre manche i ruoli si alternano assicurando a tutti la copertura prima di un ruolo e poi dell’altro. E poi, nessuna penalità. Vince chi, alla fine delle tre giornate, totalizza il maggior pescato; un modo questo per tenere viva la tensione e aperto il risultato fino all’ultimo minuto. E poi, il campo gara, esteso da Alghero fino a Santa Teresa Gallura, con la spiaggia di Badesi al centro, che continua a regalare grandi emozioni e evocare tempi che furono con aneddoti infiniti e ricordi da incorniciare. E poi, la location, un villaggio a Santa Maria Coghinas, l’Hotel Montiruju, ormai collaudato 4 stelle, affidabile, accogliente e con personale gentilissimo, in sala come al bar, quest’ultimo aperto 24 ore, come il miglior distributore automatico di Ichnusa.
La gara
L’avventura inizia il 31 ottobre. Dopo il briefing di mezza mattina dove si perfezionano le posizioni e le ultime norme. Le 36 compagini intervenute da tutt’Italia, ben 8 in più rispetto alla scorsa edizione, con un incremento di quasi il 30%, hanno giusto il tempo di un buon pranzo per poi prendere posizione, alle 15,00, sulla griglia di partenza, nell’ordine stabilito dall’estra- zione. 60 i secondi che separano una partenza dalla successiva, ma poco più di mezz’ora non è sufficiente visti i soliti ritardatari. Purtroppo il tempo non è clemente e l’avvio è coperto da un cielo grigio che non lascia ben sperare. Ma le cose cambiano e si riesce a scendere in spiaggia, nella mitica Badesi, alla ricerca di pesci da fotografare. Consapevoli che il successo della gara dipende in gran parte dalla successiva comunicazione, gli umani in gioco, gelosi delle loro scelte, ben si guardano dal condividere con “estranei” postazioni che potrebbero, le manche seguenti, essere suggerite ai colleghi concorrenti. Da qui le mancate chiama- te per le catture importanti e la difficol- tà dei reporter a stare sul pezzo. Ma, come potete vedere, abbiamo raggiunto, a naso, anche i più riservati e ostinati omertosi. C’è mancato giusto Andrea Diana, giudice, alla foce del Coghinas e vincitore della prima manche con 17 prede e 2764 grammi. Me- dia pescato 162,5 grammi, quindi in linea con la sua indole agonistica e con i suoi diametri ancora sotto lo 0,30. Altri scovati: Fabio Meledina e Michael Meloni, entrambi titolari di una bella orata. All’una la gara finisce. Tut-ti al Montiruju, a rifocillarsi durante la pesatura. Dopo Diana, sono ben piazzati Stefano Agri, fuggito di gran lena a Porto Ferro e rientrato con 17 oratine a insidiare la posizione di Diana e Daniele Pisutu, un po’ staccato.
Seconda manche
Il credito del Coghinas naturalmente cresce, durante la notte, e chi parte per primo sicuramente non ha dubbi, destinazione Baia delle Mimose, tutto a sinistra. E Infatti, poco dopo il via, affacciandosi, dall’alto delle dune, si prospetta uno scenario tipo selettiva. Pescatori dappertutto, a perdita d’occhio e un mare interessante, da vero surf, da Canna d’Oro. Ne approfitta però, Simone Deidda, in postazione alla Palafitta, che supera con buono scarto Mir- ko Casu e Giancarlo Mocci e ancora Mirko Fresi, titolare di un bellissimo serra di 1,7 kg.
Terza manche
Inizia con la pioggia l’ultima frazione di gara. E inizia anche nell’incertezza più totale, nonostante le poche figure in ballottaggio. Baia della Mimose è ancora lo spot preferito. Così è per Stefano Agri, Mirko Fresi e Andrea Diana, rispettivamente 17°, 2° e 10° di manche. Nonostante la bella spigola di Marcello Marroccu che gli è valsa il 1° di manche, il trio di prima chiude la gara, in classifica finale, al 1°, 2° e 3° posto. Stefano Agri è quindi il 35° vincitore della Canna d’Oro, una vittoria super meritata, costruita per due manche a Porto Ferro e conclusa al Coghinas. Mirko Fresi, a soli 400 grammi, agguanta un ottimo argento, frutto di una pesca “mista”, sempre alle Mimo-se. Infine Andrea Diana che si è dovuto piegare a scelte infelici, ma alla fine sale sul podio per l’onore del terzo posto. Tutto bene quindi, grazie alla regia Larus, impeccabile, con il supporto indispensabile di Ferdinando Solinas, Giudice di gara. Alla premiazione il solito e sentito tributo all’indimenticato Manuel Pinna e la distribuzione dei tantissimi premi e delle ambitissime e preziose Canne d’Oro per il podio. Una gran festa a cui non è voluto mancare il sindaco di S. Maria Coghinas, Pietro Carbini e i familiari di Manuel. Chiude la manifestazione l’affollato pranzo di commiato, come al solito ben gestito dalle cucine del Montiruju Hotel.
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