La Canna da Spinning
Ripartiamo dai “fondamentali”, i concetti su cui si basa lo spinning. Facciamolo senza preconcetti, come se fossimo completamente digiuni sull’argomento.
Federico Melis
Il naturale prolungamento del braccio! Ok, la formula è inflazionata e si utilizza spesso per indicare una racchetta da tennis, una mazza da baseball o da golf (la forchetta per me). Ma nello spinning “bisogna” che ciò avvenga, sempre. La canna, per noi appassionatɜ, deve essere “nostra”, comoda, leggera, bilanciata e, perché no, bella. La scelta della canna da spinning svolge un ruolo fondamentale nell’approccio a questa pesca. Una canna sbagliata, non adatta alle nostre caratteristiche, ci farà disamorare da questa tecnica. In passato ci si avvicinava alla pesca con gli artificiali utilizzando “controfigure”, attrezzi già disponibili in casa e usati in altre tecniche, come una vecchia bolognese o una telescopica da surfcasting non troppo lunga. Se poi la passione cresceva, allora si poteva considerare l’idea di un acquisto ad hoc. Ma oggi, con pochi euro, è possibile procurarsi una buona canna fatta proprio per lo spinning, in carbonio e dalle caratteristiche allround. Sarà poi la pratica a farci capire quale sia la tecnica che più ci affascina: spigole in laguna e in foce, serra e barracuda dalla scogliera, grossi predatori nelle aree portuali. Ognuna di queste varianti prevede l’utilizzo di un attrezzo specifico, ma di questo ne parleremo in un prossimo articolo. Adesso concentriamo la nostra attenzione su due fattori che spesso creano confusione nellə spinner: lunghezza e azione.
Lunghezza
Corta! La canna deve essere corta perché così è più reattiva, maneggevole, leggera. Lunga! Deve essere lunga da permettere di lanciare, se necessario, il più lontano possibile. Insomma, ad esser corta è la coperta! Intanto diciamo subito che in commercio troviamo canne da un minimo di 5 piedi (152 centimetri) a non più di 8 (244 centimetri). E sì, abituiamoci alle unità di misura anglosassoni, visto che per tradizione si utilizzano per rappresentare lunghezza, potenza e carico utile. Fusti da 5 a 6 piedi sono adatti in foce e ancor più in mezzo a una laguna (con un bel paio di waders). La canna corta gestisce meglio artificiali di piccola grammatura, permette di pescare per ore senza sentire fatica e trasmette quasi istantaneamente ogni segnale che arrivi dall’esca. Il suo difetto? Lancia corto. Dall’altra parte del parco canne troviamo le lunghe 8 piedi, attrezzi da utilizzare con esche voluminose, pesanti jig o pescando da postazioni molto rialzate. La canna lunga, a parità d’azione, lancia l’artificiale più lontano e aiuta a gestire prede davvero grosse. Ma è “lenta” e cioè non facilita il contatto immediato con l’esca e quindi con l’eventuale preda. In medium stat virtus. L’appassionatə alle prime armi è meglio che peschi dal centro del mazzo. Una 6,5 o 7 piedi (intorno ai 2 metri o appena di più) rappresenta un ottimo compromesso.
Casting weight e line weight
Spesso lə spinner “in erba” confonde due parametri che sono riportati ormai in quasi tutte le canne: weight (o casting weight) e line weight. Il primo in italiano viene tradotto come potenza della canna. Ci dà una misura indicativa dell’intervallo di peso degli artificiali che l’attrezzo gestisce nel modo più efficace. Il line weight è invece l’intervallo di libbraggio del filo (quasi sempre trecciato) consigliato per una data canna. Niente paura, per fortuna questa volta lɜ anglosassonɜ ci vengono incontro. Per indicare il casting weight si utilizzano le once (1 oncia è circa 28 grammi): ad esempio troveremo scritto “3/8 – 3/4 oz” e cioè che la canna lancia in modo ottimale esche in un intervallo di peso da 10 a 21 grammi circa. Una serigrafia che riporti un sibillino 8-17 lb sta ad indicare la line weight, consigliando un filo da 8 (3,6 chili) a 17 libbre (circa 7,7 chili). Quindi once per le esche, libbre per i fili. Bastava dirlo!
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