Kabura & Scarroccio
La pesca in verticale, ossia i tentativi in jigging con un’esca artificiale che viene mossa a strattoni più o meno prolungati e ritmati, in su e in giù, appunto in verticale, ha avuto e tuttora sta avendo un successo strepitoso. Infatti, alle pesantissime jerkate del vertical primordiale, si sono aggiunte una quantità davvero impressionante di tecniche parallele, che in gran parte hanno alleggerito l’impegno del pescatore favorendo quindi la diffusione delle discipline. Anche il monopolio quasi indiscusso detenuto dai subacquei più o meno convertiti alla lenza, è venuto meno via via che sono aumentate le chances. Vertical, inchicu, kabura e chi più ne ha più ne metta, sono espressioni di quella pesca che vede un’esca artificiale calata dalla barca e mossa in prossimità del fondo. Un po’ come succede nel bolentino con la sostanziale differenza che la dinamicità in quest’ultimo caso è molto limitata, ma soprattutto l’esca è naturale. Eppure nonostante l’evidente diversità tra queste tecniche, ribadita dalla maggior lunghezza delle canne da bolentino, un legame, forte, esiste. E non è il mulinello, semplice raccoglitore in un caso e argano nell’altro.
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