Jig di Primavera

Jig di Primavera

Sulle pagine di MP abbiamo affrontato in diverse occasioni discorsi tecnici su tipologie di esche, cercando di incentrare il discorso sulle caratteristiche degli artificiali ma anche della loro funzionalità in relazione delle condizioni peculiari riscontrabili nelle nostre uscite, in funzione di clima, spot e periodo dell’anno. Ovviamente non vi abbiamo mai descritto un esca o una tipologia di esche come l’artificiale “filosofale” che può catturare sempre e comunque, tanto e grosso. Ogni spinner, in virtù della propria esperienza accumulata negli anni riversa tutto il suo bagaglio di conoscenze nel semplice atto di aprire una scatola porta artificiali e scegliere l’artificiale che ritiene più adatto ad affrontare le condizioni del momento. La somma di mille informazioni acquisite nel tempo, filtrata dall’esperienza, si risolve con l’atto automatico di attaccare al moschettone l’insidia che trasformerà le nostre convinzioni in catture. Vi sono però delle condizioni particolari, legate al periodo, alle temperature ed agli spot che fanno concludere tutti i nostri ragionamenti in modo univoco. Un esempio lampante, tipico dei primi tepori primaverili, con i bass che pian piano aumentano il loro livello di attività, magari in spot con folti canneti e cover fitte ed intricate è la scelta di quella che moltissimi bassmen reputano la migliore esca per i big bass: il jig. Cerchiamo di analizzare i perché ed i per come il jig risulti in queste condizioni un “arma di cattura di massa”.

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