Inneschi per Tutte le Tecniche
Ormai la mia macchina è passata dall’essere una sette posti a una due posti scarsi perché a causa del meteo instabile porto con me tutta l’attrezzatura che riesco a farci stare dentro e poi in base alle condizioni decido che tecnica usare. Troppo spesso mi sono trovato a dover fronteggiare cambi repentini di temperatura, vento e luce che mi hanno portato ad attrezzarmi come se stessi andando a fare una sette giorni di pesca, in maniera da essere pronto e competitivo per affrontare qualsiasi spot. Ultimamente alterno sempre tutte le tecniche al colpo con il feeder e in questo periodo cerco di adattare la tecnica al momento, senza pianificare troppo in anticipo. Oltre ad avere la possibilità di cambiare tecnica, cerco di aver un parco esche sempre vario e ampio. La stagione corrente ci impone di stimolare i pesci nei modi più svariati, sia provando diversi tipi di esche che variando i modo in cui le inneschiamo. Così facendo abbiamo la possibilità di aumentare le probabilità di cattura e perché no di testare esche che spesso e volentieri lasciamo parcheggiate dentro chissà quale borsa. Gennaio e febbraio sono sempre stati due mesi transitori dove in acque interne sarebbe meglio non pescare, vista l’altissima probabilità di tornare a casa senza aver visto nemmeno una mangiata. Ma se partiamo con l’idea che le abboccate saranno pochissime e che dobbiamo fare di tutto perché i nostri amici pinnuti assaggino le nostre esche, non so per voi ma per me è altamente stimolante. Le esche che sto portando con me e che utilizzo indistintamente con inglese, feeder e roubasienne sono bigattini vivi e morti, caster, lombrichi, mais (naturale e aromatizzato), pellet di tutte le dimensioni e aromi e mini boiles anch’esse aromatizzate con più gusti. Ma non basta solo avere a disposizione tante esche, bisogna anche variare il modo in cui le inneschiamo sull’amo, per poter essere sicuri di proporre ai pesci quante più variazioni possibili.
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