Inchiku Mania
Opplà, un altro miracolo dal jigging, l’evoluzione delle esche giapponesi non finisce di stupirci. Non parliamo di forme, da qualche anno siamo abituati a delle vere rivoluzioni che riguardano le esche artificiali, ma di sorprendenti catture. Passata l’enfasi delle mirabolanti catture di qualche anno fa, con le esche da jigging, ecco che la febbre riesplode con l’uso degli inchiku (leggi incìcu). Il loro uso è alla portata di tutti, il movimento lento dell’esca, non causa le contratture muscolari che il jigging tradizionale ha causato in questi anni. Esistono diversi modelli in commercio e le grammature vanno dai 60 sino ai 250 grammi. L’esca è composta da un vettore, con corpo affusolato, al quale viene applicato un polpetto di una decina di centimetri con, all’interno, due ami legati con un cordino idoneo. I colori degli octopus sono diversi, e compongono la parte catturante dell’esca (continua sul giornale).
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