In mare per vie oblique
La lossodromia rappresenta la linea curva che unisce due punti qualsiasi della superficie terrestre, intersecando i meridiani sempre con lo stesso angolo. Il nome deriva dal greco “loksos”, che significa “obliquo”, e da “dromos”, che significa “corsa” (fig. 1).
La lossodromia non è il più breve percorso che unisce due punti posti sulla superficie terrestre, che è rappresentato dall’arco di circolo massimo, minore o uguale a 180°, che passa per i due punti. Questo percorso è detto ortodromico e anch’esso deriva dal greco “ortos” e “dromos”, che significano rispettivamente, “diritto” e “corsa”. Tutto quanto detto sopra potrà portarvi a formulare una domanda tipo: ”Perché mai utilizzare nella navigazione un percorso lossodromico, se questo non rappresenta la minima distanza che unisca due punti della superficie terrestre?”. La risposta è semplice: perché come in tutte le cose, anche qui c’è il rovescio della medaglia. Esistono per tutti e due i metodi (lossodromica e ortodromica), dei pro e dei contro; l’ortodromia, o navigazione per circolo massimo (circolo che ha per raggio il raggio terrestre), offre, indubbiamente, la possibilità di risparmiare tanto cammino (su distanze medio grandi), ma ha l’inconveniente di richiedere una frequente modifica della rotta (operazione alquanto scomoda, almeno fin tanto che questa viene seguita con la bussola) e, secondo i casi, presenta la necessità di effettuare navigazioni in latitudini troppo elevate. La lossodromia presenta, invece, il grande vantaggio pratico della rotta costante (la curva lossodromica interseca i meridiani sempre con angolo costante), anche se ha, per contro, il maggior cammino, che, in alcuni casi, può essere considerevole (continua sul giornale).
Commenti ()