Il Trittico di Andrea Mura
Non inizia certo qui la storia di Andrea Mura, salito alla ribalta internazionale col Moro di Venezia negli anni ottanta. Coprimario della vela mondiale Andrea Mura, ha scelto il ruolo di protagonista, non più in Coppa Ameria o su velieri con blasone, ma tra le mura delle sua veleria di Medau Su Cramu. L’esperienza di regata ai massimi livelli e le competenze maturate aprono le porte alla progettazione e realizzazione di vele per tutte le esigenze, anche le sue. Forte di questo know how, Andrea, con la collaborazione di un gruppo ormai affiatato, intraprende una nuova avventura: Vento di Sardegna! Una barca, un progetto, una sfida, personale in primis e appresso di un’intera isola. E siccome la fortuna aiuta gli audaci, l’esordio, nel 2010, è stato un successo planetario. Il piccolo Murà, così lo chiamano nei paesi francofoni, stravince, primo italiano nella storia, la Route du Rhum, durissima regata oceanica in solitario da Saint Malò (Francia) a Pointe à Pitre (Guadalupa). Caricato dal successo che gli vale anche il titolo “Velista dell’anno”, mette la barca in cantiere e inizia una meticolosa preparazione per nuove sfide. Nel calendario 2012 altre oceaniche: la Twostar, in coppia e la Transat Quebec-Saint Malò in equipaggio: quattro mesi in mare e altri due successi. Primo in tempo reale e compensato col record di regata e ancora primo dei monoscafi e ancora record, oltre un giorno in meno del precedente detenuto da Giovanni Soldini, rispettivamente. Oggi, Vento di Sardegna è una creatura adulta, affidabile, desiderosa di esprimersi in nuovi scenari, ad esempio la Vendèe Globe, il più impegnativo “Giro del Mondo”, di nuovo in solitario, tra 4 anni, sempre in compagnia dei 4 mori che ormai tutto il mondo della vela riconosce quale icona coraggiosa e vincente (continua sul giornale).
La parola al Presidente
Una delle emozioni più belle é stata quella provata quando ho visto le immagini della Route du Rhum: quella barca con i quattro mori che arriva prima di tutte le altre al traguardo e Andrea che esplode in una gioia incontenibile. Erano le fotografie di un sardo che vinceva una sfida mai vinta prima da un italiano: a chi vive nella nostra isola credo che non ci sia bisogno di spiegare quale sentimento di orgoglio, di riscatto, abbia suscitato tale impresa in molti di noi. Ricordo anche il ritorno a Cagliari di Andrea: passò a festeggiare il giorno in cui c'era riunione della Giunta, carico di immagini, di riviste, elargendo racconti e trasmettendo entusiasmo a tutti. Coraggio, spirito di sacrificio, grande passione e generosità: sono queste le sue doti, che fanno di lui un esempio sano e positivo per lo sport e per la comunità. Un esempio che si è ripetuto alla grande anche in queste due ultime avventure: la Twostar e la Transat Quebec-Saint Malò. Ed é rilevante anche la risonanza che le competizioni veliche hanno a livello internazionale: per questo abbiamo deciso di affiancare il nome della Sardegna non solo a quello di Andrea e della sua imbarcazione ma a anche a quello delle principali manifestazioni che si son svolte nei nostri mari. Ritengo che sia il modo migliore di far conoscere l'isola sia per gli aspetti più noti, come le nostre coste straordinarie, modellate dal vento e ornate dalla macchia mediteranea, sia per quelli meno noti, misteriosi, ma altrettanto appetibili per i visitatori. Più in generale, la nautica rappresenta un settore che può dare molto non solo alla Sardegna, ma all'intero Paese. Nell'ultimo anno abbiamo dovuto fronteggiare, perfino con un ricorso alla Corte Costituzionale, provvedimenti che sembravano ispirati da una logica prevenuta e negativa nei confronti di un comparto che consta di migliaia di imprese, che offre ancora oggi un numero rilevante di posti di lavoro e che ha un indotto che meriterebbe maggiore considerazione da parte della politica nazionale. Se i provvedimenti che hanno l'etichetta di norme che incidono sul "lusso" in concreto poi vanno a sortire i loro effetti su situazioni che sono lontane da tale concetto e, in particolare, sui lavoratori, ritengo che si tratti di terapie sbagliate. C'è inoltre da considerare un effetto-immagine che nuoce al nostro Paese. Se viene percepita una certa ostilità dalla politica, la conseguenza, lo abbiamo visto anche quest'anno, é che le imbarcazioni vadano verso la Corsica, la Costa Azzurra e altre destinazioni considerate più ospitali. Occorre abbandonare certe pulsioni ideologiche e capire che il rilancio dell'economia nazionale può ricevere un contributo determinante dal nostro saper "vendere" qualità della vita, saper fare tesoro della creatività italiana e dell'immenso patrimonio ambientale, paesaggistico e culturale del nostro Paese. Se si osserva il settore nel suo complesso, ben si comprende che in realtà la visione elitaria appartiene più a chi lo demonizza che a coloro i quali ne propongo la crescita.
Ugo Cappellacci
Commenti ()