Il Sulcis dei pirati
La costa compresa fra le spiagge di Chia e il promontorio di Capo Teulada è tra le più selvagge e suggestive del sud della Sardegna. Un litorale estremamente frastagliato e a tratti imponente, costituito da graniti, scisti e calcari modellati dalle intemperie e ricoperti da una fitta macchia mediterranea. Alte scogliere, come quelle di Capo Teulada e Capo Spartivento, le cui rocce contengono gli scisti cristallini più antichi della Sardegna, si alternano a piccole insenature impreziosite a volte da belle spiaggette. I numerosi ridossi offerti da questo tratto di litorale hanno attirato fin dall’antichità chi navigava lungo le rotte del Mediterraneo occidentale.
Malfatano
Nella profonda insenatura di Malfatano, una “ria” originata dall’invasione da parte del mare di un’antica valle fluviale, in conseguenza dell’abbassamento della costa, si nasconde la struttura portuale più grande del Mediterraneo antico, probabilmente il mitico Porto di Melqart, l’Ercole dei Cartaginesi. Le sue strutture sono ancora oggi visibili pochi metri sotto la superficie del mare. Battezzato dagli arabi Amal Fatah, ovvero il Luogo della speranza, questo ridosso naturale continuò ad offrire riparo e nascondiglio ai pirati saraceni che imperversavano fino alla realizzazione del potente sistema di torri costiere, costruito dagli spagnoli a partire dal 1570 circa. Oggi continua ad essere sfruttato dalla locale cooperativa di pescatori e da numerosi diportisti, che qui trovano una sicura zona di ancoraggio per passare una tranquilla notte alla fonda. I resti della struttura portuale si trovano in entrambi i lati dell’insenatura ma quelli più facili da esplorare sono nel lato ovest, a dritta entrando nella rada. Si trovano in corrispondenza di un piccolo promontorio, subito a sud di una spiaggetta di ciottoli. Costituiscono un pianoro, visibile anche nelle foto di Google earth, profondo da poche decine di centimetri a qualche metro, che parte dalla riva e si estende per qualche decina di metri verso il centro del canale, per poi finire bruscamente su un fondale di 8 metri, sulla sabbia (continua a leggere sul giornale).
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