Il Lanzardo
Gli amici liguri chiamano il lanzardo “cavalla”, mentre i toscani lo preferiscono al maschile… “cavallo”. È facile intuire da questi due nomi dialettali come, questo perciforme adattato alla vita pelagica, sia un tipetto alquanto tosto, pieno d’energia e, una volta allamato, capace di “tremende” fughe. Insomma, c’è d’aspettarsi un vero e proprio rodeo in mezzo al mare! Certo, il lanzardo non è una preda ambita come la regina spigola ma, visto la sua grande difesa e la possibilità di fare strike multipli, questo cugino dello sgombro è un’alternativa molto divertente per le nostre uscite off shore.
Carta d’identità
Il lanzardo è un pesce pelagico dal corpo allungato, con il muso appuntito, molto simile allo sgombro. Si distingue da quest’ultimo per l’occhio, di maggiori dimensioni, e per alcune diversità della livrea. Nello specifico le due specie si differenziano sia per la forma delle strisce vermicolari nere del dorso, che nel lanzardo sono più strette, più frantumate e meno evidenti, sia per la presenza di macchie più scure nella parte argentata dei fianchi, che non appaiono nello sgombro. Il lanzardo vive in banchi anche di migliaia di esemplari, tutti più o meno della stessa taglia, ed effettua grandi migrazioni stagionali; in estate si avvicina alla costa per la riproduzione, da giugno ad agosto. Nuota in tutto il Mediterraneo, perfino nel Mar Nero, e in tutte le acque temperate e subtropicali degli oceani. Questo pesce non si spinge oltre i 300 metri di profondità e si nutre di pelagici come piccole sardine e soprattutto acciughe.
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