Il Fulmine del Mare Nostrum
Tra i tanti pesci catturabili con questa o quella tecnica la lampuga (Coryphaena hippurus) è senz’altro la più entusiasmante. Non solo per il suo valore sportivo o le evoluzioni fuor d’acqua che lasciano a bocca aperta, quanto per la meraviglia dei suoi colori. Giallo, verde, azzurro si alternano in uno sfondo che non ti aspetti nel Mediterraneo, un’esperienza che associ ad altre latitudini, al caldo e al sole esotico dei Tropici. E infatti, per tanto tempo, l’irripetibile livrea ha indotto il volgo a considerare la lampuga un pesce tropicale. Ma la “variopinta presenza” nel Mare Nostrum è certificata già nell’antichità da alcuni mosaici di epoca romana che si trovano in Sicilia. Animale pelagico, grande nuotatore, percorre tutte le rotte delle acque calde tropicali e quelle più tiepide dell’area mediterranea. Lo si può trovare a pochi metri dalla costa come in alto mare, sempre in banchi, alla ricerca di cibo che caccia attuando strategie di gruppo come tutti i pelagici. Appare alla fine di agosto, nelle nostre coste, in quantità significative ma di modeste dimensioni. L’animale però accresce velocemente la sua massa e a fine ottobre-no- vembre dal chiletto scarso delle ferie arriva a superare anche i tre chili. Quando raggiunge il peso di 7-8 chili si accoppia allontanandosi dal gruppo. Ormai sono frequenti gli esemplari che superano i 10 chili e, anche se molto più raramente, abbiamo visto catture più importanti arrivare ai 20 se non 30 chili.
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