Il Cannibale al Magrini
Dopo due anni di inattività, i ragazzi dell'Hippocampus club Cagliari, capitanati dal mitico Claudio Murtas, hanno organizzato, nelle giornate del 3, 4 e 5 giugno, il 32° Memorial Magrini, una manifestazione di caratura mondiale, unica nel suo genere. Come di consueto, si svolge in due manche e la domenica è dedicata al pranzo che si protrae sino a tarda sera. La gara si è svolta lungo le spiagge di Marina di Sorso e Platamona. Gli iscritti sono stati ben 118, a rappresentare ben 7 nazioni: Francia, Tunisia, Regno Unito, Algeria, Grecia, Slovenia e, naturalmente, Italia. Il campo gara è suddiviso in “pettini”, i famosi settori che contraddistinguono questo arenile. Questi presentano condizioni diverse: si passa da pescate impo- state esclusivamente ai grufolatori, alla sola ricerca di pesci di galla; in alcune zone, specialmente di notte, i pesci si trovano a pochi metri, in altre è fondamentale avere doti “balistiche” quasi da longcaster; zone dove non si trova un sasso in mare nemmeno a pagarlo ed altre dove il rischio incaglio è altissimo. Per fortuna, le catture sono state abbondanti: 500 quelle della prima manche e 418 nella seconda, escludendo tutte le prede tecniche e cioè tutti i pesci al di sotto del limite minimo di grandezza suddiviso per specie.
Prima manche
Si inizia con un leggero moto ondoso, che si attenua con il passare delle ore. Questa spiaggia è molto bassa e basta poco per creare frangenti. Spesso una forte corrente laterale può rendere la pescata molto difficoltosa. Subito si sono avute le prime prede, lecce stella, mormore e oratelle. La più grossa, di 602 grammi, allamata da Corrado Congiu (Diavoli Rossi di Sassari). Di notte sono arrivate le occhiate e il grosso delle mormore, sino agli strike di alcuni serra che in più casi sono stati veramente invadenti: ne sa qualcosa Roberto Accardi che dal picchetto numero 91 ha iniziato una vera lotta contro i famelici blue fish. Prima una, poi due le occhiate recuperate da Roberto con il famoso morso “a sorriso”. Purtroppo, vista la distanza veramente notevole, non è riuscito a lanciare un trancio su quella fascia. Ma alla fine, fortuna e perseveranza l’hanno premiato con un serra pescato con un… coreano. Discorso diverso per Manuel Chessa che, sempre con un serra, ferma l’ago sui 1566 grammi. Il migliore di giornata è Marco Piacenti (Salario Pesca di Roma), con 13 tra occhiate, mormore, orate e una bellissima leccia stella.
Seconda manche
È vero, il picchetto conta, ma sta all’atleta saperlo interpretare nel miglior modo possibile. In molti pescano mormore, anche di grandi dimensioni, ben oltre i 30 cm. Da segnalare il bellissimo muggine (906 grammi) pescato da Raimondo Bocco (Cps La Maddalena) e la spigola di oltre un chilo, fatta al primo lancio da Simon Formetin (Poseidon Alghero). Alla fine la spunta un atleta che è di casa a Platamona, un agonista, maestro nella vittoria dei trofei. Infatti sono veramente pochi quelli che non si è aggiudicato o comunque salito a podio “importante”; ci ha messo un po' di tempo, 17 partecipazioni (e c’è gente che dice che il 17 porta male!!!), ma alla fine Manuel Chessa, capitano del Larus Club, riesce nell’impresa di portarsi a casa anche questo importantissimo titolo. Concludiamo con i complimenti a Manuel e a tutto il suo team per la bellissima vittoria! Applausi anche a tutto l’Hcc che ogni anno organizza un trofeo veramente speciale. Fra mille difficoltà gestionali i ragazzi di Cagliari riescono sempre a dar vita ad un evento unico e speciale che merita di essere vissuto edizione dopo edizione.
La gara di Manuel
“In prima manche ero al picchetto 115, nono pettine. Conosco molto bene quasi tutti i settori, per cui posso tranquillamente dire che non ero per niente convinto dello spot. Ho iniziato a cercare qualche leccia stella nel sotto riva, ma niente… i miei sospetti iniziali sullo spot prendevano forma. Dopo un’ora tutti intorno a me erano fermi. Ho deciso di giocarmi la carta del trancio di muggine. Neppure il tempo di lanciare e pensare a cosa inventarmi subito dopo, che sento la frizione cantare come piace a noi e da lì a poco mi trovo a spiaggiare un serra di oltre un chilo e mezzo”. Manuel non farà altro quella sera, tranne una mormora. “Ho anche riprovato la cattura del serra” aggiunge Chessa, “ma niente. In ogni caso il settore era ormai fatto. Il secondo giorno sono finito al quinto pettine al numero 51. Qui il fattore gioco di squadra ha influito parecchio, anzi, forse è stato fondamentale, poiché la sera prima, allo stesso numero, c’era Raimondo Demartis, mio compagno di squadra, che mi ha consigliato di cercare occhiate sulla media, lunga distanza. La dritta è stata perfetta, ho concluso con 19 pezzi, quasi tutte occhiate, superando più del doppio il secondo in classifica; questa vittoria sicuramente sarà frutto di tanti sacrifici personali ma di certo il gioco di squadra, la comunicazione e la poca gelosia fra compagni ha reso tutto molto più semplice. Oltre la mia vittoria, ho potuto festeggiare insieme al mio team la conquista del premio come miglior club, cosa già successa tre volte nelle ultime quattro edizioni.”.
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