I Tonni di Torre Grande

Il grande evento di luglio si è ripetuto con tanti tonni e qualche inconveniente. Tutto sotto controllo e in piena armonia. Una vera esperienza che fortifica, mette pepe e fa ben sperare anche per la prossima edizione.

Sarebbe stato il 6 luglio ma, come spesso succede, il meteo suggerisce un’altra data: troppo vento, troppo mare per una gara in drifting al tonno rosso. Un’organizzazione di quasi un anno salta, con tutte le ansie, le incertezze e le rinunce che sopraggiungeranno, da qui al 20. Ma, questa volta, lo sconforto iniziale lascia spazio all’ottimismo. 17 equipaggi iscritti e un meteo che non poteva essere migliore, riportano il sorriso nei volti di Pierluigi Carta, Domenico Gianni e Renato Salvatori, il tridente che ormai da anni alla Marina di Torre Grande dà corpo e anima al Trofeo Matica Drifting Cup. In questa edizione, l’unica importante variante al solito regolamento è il divieto a imbarcare anche un solo tonno. Tutti devono essere rilasciati. Così comanda il competente ufficio regionale e così sia! Il Trofeo diventa in catch and release. Non sono ancora le otto e gli equipaggi sono già lanciati verso le poste dove nella settimana precedente hanno segnalato il velocissimo predone. Venti o trenta minuti di navigazione e tutti, carichi di esche birra, e spuntini, sono pronti a calare le insidie in mezzo a una scia di brumeggio rilasciata con cura meticolosa, quasi scientifica. 

King Tuna - E tanta dedizione non tarda a dare i suoi frutti. King Tuna, infatti, prima barca visitata dalla giuria, subito dopo aver filato l’ultima esca, in mezzo a un mare olio, segnala uno strike. Sono solo le 9:30. Alla canna c’è Alessandro, lo stesso protagonista indiscusso della chat, e del bar galleggiante con le birre più ghiacciate del golfo. Sospesa in acqua, sulla batimetrica dei 54 metri, svolazza un’alaccia enorme e grassa, circa 300 grammi di animale non più compresso lateralmente ma ormai ton-do come un obeso, pescata pochi minuti prima e innescata in un terminale sottilissimo in fluorocarbon, giapponese, non più grosso dello 0,52. Quindici minuti circa di combattimento su una 50 lbs americana e il tonno stimato in circa 45 chili ansima sottobordo, in murata, con l’asta colorata a fianco mentre il filmaker riprende le ultime fasi per la convalide della cattura, fino al taglio del filo che rimette tutto e tutti a posto. 

Dylan Mei, Andrea Vacca e Massimo Pisu. L'emozione della cattura ha giocato loro un brutto scherzo facendoli scivolare al quinto posto.

Intrepid - Poco dopo le 11:00 incrociamo Itrepid in combattimento con un tonno. Alla canna (Reverse 50 di Italcanna) c’è Andrea Vacca. Probabilmente hanno più di un animale sotto. Quello allamato è salito su e ha abboccato quasi in superficie su un’alosa morta. Poi, venti minuti di tira e molla ed è “game over”. Riprendiamo a girare, anche a vuoto perchè è caldo e un po’ d’aria in faccia fa solo piacere. Ma, ricordandoci di un invito per uno spuntino, Andrea fa rotta verso Maria Vittoria lo spazioso Tuccoli di Renato Salvatori, così da accontentare i sensi del provato trio giuria. 

 

Boetta - In seguito, richiamati dalle comunicazione via chat, non sempre chiare e interpretabili, ci dirigiamo decisamente verso il campo gara, un po’ a nord, finché scorgiamo un gommone isolato dove sembra che sia attività. In effetti c’è Massimo Sestu alle prese con  un tonno che a prima vista sembra piuttosto cazzuto. In effetti il combattimento è iniziato più di un’ora fa e sotto i nostri occhi abbiamo visto il pesce risalire in superfice e rituffarsi sul fondo per più di una volta. E anche quando sembra che sia arrivata la fine, chissà da dove il tonno riesce a riprendere vigore ancora una volta e guadagnare metri. Finché, con l’aiuto d tutti e dopo scene mai viste, il pesce va alla misuta e Massimo taglia la lenza.

Stefano Maresu e Claudio Cani con cernia e dentice, purtroppo fuori classifica.

Ultima emozione è per Tuna team, che non cattura un tonno ma una cernia e un dentice: la classe... Alle 16:30 tutti verso il porto. Chi può fa una doccia o un riposino al Tridente, poi la premiazione al chiosco ristorante I Giganti Beach. C’è qualche problema perchè più equipaggi non sono in regola con i requisiti per la validazione della cattura. Chi non ha trasmesso le coordinate, chi non ha il video completo, insomma materiale per il giudice. L’av- vocato però trova la soluzione più equilibrata. Tutti in classifica ma penalizzati in base alle mancanze. In palio canne De Prado, mulinelli Shimano e altro ancora. Poi, una sostanziosa cena di commiato sempre sulla spiaggia, sempre a Torre Grande.

Da sn: Renato Salvatori e Pierluigi Carta, organizzatori; Maurizio Galli, rappresentante dei secondi classificati; Giorgio Massaro, Alessandro e Martino Manca, team vincente; Davide Maccioni, Alessandro Deidda e Alberto Melis, terzi classificati; Christian Salvatori, concorrente e organizzatore.