I Colori della Pesca Sportiva
Pensavamo di essercene liberati, ingenuamente. Ma il Covid 19 continua a perseguitarci e creare incertezze e paure, a tutti i livelli. A iniziare dal governo che per contemperare il sacrosanto diritto alla salute e la tutela dell’economia è costretto a promulgare continui Dpcm, in diversi casi rivisti a livello periferico e quindi meno incisivi per una sorta di assuefazione popolare ormai stanca di prestare orecchio alle norme che cambiano con irritante frequenza. I media, continuano a bombardarci di informazioni, spesso sensazionali ma a volte di scarsa credibilità, divertendosi, forse, a raccontare il ridicolo come la forzata uscita dall’aula di Sgarbi o le performance social dei no Covid. È tutta informazione e per questo ringraziamo i media. Sta di fatto che nel nostro caso ancora è vivo il dibattito sulla pesca sportiva, su paventati divieti che nonostante l’intervento delle massime figure istituzionali, parlo della Fipsas, continuano a mantenere il clima incerto e spumantino. Frazionare il territorio in zone diversamente colorate, comporta l’emanazione di decreti più o meno stringenti, così nelle zone rosse la pesca sportiva è vietata mentre è libera nelle gialle e consentita solo nel comune di residenza in quelle arancioni. Tutto chiaro? No, perché per legge viene intesa, arbitrariamente, la pubblicazione delle Faq, a volte imprecise, sebbene pubblicate dagli uffici governativi. Presto tutto finirà, intanto osserviamo i decreti e godiamoci, per quanto possibile, le prossime festività. Auguri.
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