I Tre Discepoli di Marco Deplano
C’è una terrazza sul mare, a Cagliari, a Su Siccu, nell’estrema periferia orientale della città, dove un tempo c’era un ingombrante e cupo bacino di carenaggio che guardava Sant’Elia. È la Marina di Sant’Elmo. 350 ormeggi, cantiere navale con rimessaggio e un grazioso yachting club, gestito in forma associativa, con bar e raffinato ristorante. Un recupero urbano di gran livello in un’area degradata fino a pochi anni fa. Un progetto che nasce nel 1995 per volontà di Marco Deplano (grande e storica personalità della portualità cagliaritana) e che, nel 2005, vede i primi 200 posti barca. Un progetto, ancora in evoluzione, ma a buon punto, che già soddisfa le esigenze cagliaritane e del diportista di passaggio.
Attualmente la gestione è dei figli Enrico e Luigi a capo, rispettivamente, del marina e del cantiere in rispetto dei singoli percorsi formativi. Mentre Michele gestisce il bar e il ristorante. Una terrazza sulla banchina e i pontili che si allungano sul pelo dell’acqua verso il meridione. Tutto ordinato, pulito, efficiente, dove oltre i servizi, cortesia e ospitalità sono una nota palese e distintiva. Tre professionisti, una famiglia, un’impresa, un’impronta. Ad esempio: la sicurezza, derivata dagli impianti interamente a norma, o il Wi-Fi in tutta l’area, ma anche la disponibilità di ormeggi low cost. E se di impronta si parla, si imputa al cantiere la miglior antivegetativa del Golfo, per il semplice fatto che oltre un’immensa passione per il lavoro, Luigi osserva e fa osservare, scrupolosamente, le indicazioni della casa fornitrice del prodotto. Come in cucina, dove vale il costume di usare preferibilmente prodotti sardi scelti e lavorati con impareggiabile maestria da un giovane e abile chef, per servirli nell’atmosfera della quotidianità o dei numerosi eventi che focalizzano l’attenzione sull’approdo anche dei semplici cittadini che soprattutto nelle serate estive, cercano una piacevole alternativa, una scusa per respirare aria di mare. Una gestione moderna e attenta sia dal lato puramente amministrativo che per i servizi offerti. Esattamente ciò che il capostipite, patriarca dei tempi recenti, di cui ricorre proprio in questi giorni l’anniversario della morte, avrebbe voluto. Del resto... non è forse vero che i figli appendono il cappello dove il babbo ha piantato il chiodo?
www.marinasantelmo.it
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