Guidafilo Sopra e Sotto

Tecnologia e innovazione sembrano giunti a un compromesso indipendente dalle esigenze commerciali. Ciò nonostante in materia di anellatura a spirale o acid, come viene spesso chiamata, bisogna fare molta attenzione perchè anche piccole variazioni fanno la differenza.

di Federico Rampazzo - Nell'era contemporanea, anche nel settore della pesca sportiva e ricreativa, il confine tra innovazione e moda si fa sempre più sottile, alimentato da un mercato in continua evoluzione e dalla rapida diffusione delle tecnologie. Da un lato, l'innovazione rappresenta il motore dello sviluppo, portando nuove idee e soluzioni che possono migliorare e avvantaggiare l’angler, dall'altro, la moda, spesso caratterizzata da tendenze effimere, può distogliere l'attenzione dalle autentiche esigenze del progresso. Questo dualismo genera un dilemma per aziende e consumatori: come distinguere tra un reale passo avanti e una semplice trovata commerciale? La sfida consiste nel promuovere l'adozione di innovazioni significative, evitando di cadere nella trappola della superficialità, affinché il cambiamento non sia solo una questione di stile, ma un autentico e inconfutabile strumento di potenziamento delle performance.

Con la montatura a spirale sono necessari meno anelli, ma soprattutto si evita che il filo tocchi il fusto.

Storia - Il posizionamento a spirale delle guide sulle canne da pesca è stato brevettato per la prima volta nel 1909 da John Scanlan di Chicago. Successivamente questo metodo sembra sia stato reso popolare da Chuck Roberts, che gestiva un negozio di attrezzature da pesca custom a Kansas City, verso la fine degli anni '70. L’esatta origine ed evoluzione del sistema di posizionamento a spirale rimane comunque controversa e tuttora oggetto di discussione tra gli appassionati, come anche il nome stesso “acid” con cui spesso viene indicato. A tal proposito è curioso osservare come alcuni produttori sostengano che il nome derivi dal fatto che tale sistema eviti che la canna “vada in acido”, identificando con questa espressione probabilmente una situazione di stress dell’attrezzo, attingendo a un rocambolesco gergo da rave party. Dal punto di vista tecnico, questo sistema nasceva per rispondere a una esigenza ben precisa: evitare la torsione del fusto tipica delle canne montate con anelli posizionati sopra il fusto (montaggio ca- sting). Portando la lenza dalla parte alta della canna, verso la parte bassa, si faceva in modo che l’attrezzo potesse lavorare quanto più similmente possibile ad uno assemblato per mulinello da spinning. Questa esigenza era particolarmente sentita date le tecnologie di produzione dei fusti di allora, caratterizzati principalmente da materiali a basso modulo (fenolici e vetroresine), la cui azione era dettata dalla sola conicità, risultando quindi spesso parabolica. Questo tipo di montaggio consentiva quindi di evitare che la lenza toccasse il grezzo della canna quando sot-to carico, minimizzando il numero di guide, dettaglio quest’ultimo che favoriva il mantenimento delle proprietà di reattività e ritorno elastico del grezzo, già limitate dal basso modulo dei materiali impiegati.

Uno dei non trascurabili vantaggi della canna anellata secondo lo schema a spirale è quello di limitare le torsioni del fusto e consentire, per conseguenza, combattimenti più sicuri.

Vantaggi - Abbiamo visto come il portare il filo sotto il fusto, soprattutto nella parte terminale che è quella più flessibile e delicata, consente alla canna di lavorare come una montata da spinning. Oltre all’ovvia diminuzione del numero di guide impiegato, questo stratagemma limita la torsione della canna, particolar-mente accentuata quando gli anelli sono montati sopra. Infatti in questo modo è sufficiente una piccola trazione laterale del filo a indurre la torsione del fusto. L’eliminazione della componente di torsione sul fusto, grazie al montaggio a spirale, consente di ottenere fusti anche molto potenti, con sezioni di vetta molto sottili, a vantaggio della sensibilità dell’attrezzo, importantissima nelle tecniche come la traina con il vivo, il bolentino di profondità, la pesca dei cefalopodi, oltre che in tutte le tecniche verticali in cui la porzione apicale della canna deve essere ottimizzata per la corretta gestione di esche artificiali, come ad esempio nello slow pitch. Inoltre, il montaggio a spirale perfeziona il percorso del filo lungo la curvatura della canna, minimizzando gli angoli di incidenza della lenza sulle pietre dei passanti, dettaglio che distribuisce con maggior omogeneità il carico sulle guide e consente di stressare meno il sistema pescante durante combattimenti impegnativi. Altro vantaggio molto importante riguarda le forze che si vengono a generare nel sistema spirale-mulinello. Quando agiamo sulla leva del mulinello, che sia per muovere un’esca o per recuperare una preda con un drag importante, si genera una rotazione intorno all’asse stesso del manico, che andrebbe ad accentuare quella già indotta dagli anelli posizionati sul dorso della canna. Con il montaggio acid invece, il filo, passando in tensione nella spirale degli anelli, genera anch’esso una torsione che se opposta a quella della leva del mulinelo (spirale sul lato opposto rispetto alla leva del mulinello), tende a compensarne o annullarne l’effetto, generando una grande stabilità sia in fase di jerkata-pitch, sia in fase di combattimento.

Edoardo Civita (italianstyle_anglers) con un grosso dentice catturato con una canna acid.

Evoluzioni - Oggi la tecnologia dei materiali compositi applicati al mondo della pesca sportiva ha fatto passi da gigante, consentendo ai costruttori di offrire attrez-zi con azioni ottimizzate per ogni applicazione di ogni disciplina. I vantaggi del sistema di montaggio acid continuano tutt’oggi ad essere apprezzati da moltissimi costruttori, ma come si è evoluto questo sistema, applicato a nuovi blank sempre più performanti e tecnologicamente avanzati? Come dicevamo, tra le molte soluzioni proposte oggi sul mercato, spesso anche tra loro contrastanti, risulta oggi più che mai complesso orientarsi distinguendo innovazione tecnologica da mere strategie di marketing. Il sistema acid, tuttavia, basa però i suoi principi su leggi fisiche ben precise, che ci possono fornire alcuni cardini sui quali basare in modo oggettivo la valutazione di una moderna canna da pesca anellata. Come abbiamo descritto, al fine di compensare le torsioni in gioco, è importante che la spirale sia condotta dal lato opposto rispetto alla leva del mulinello. Un fusto di canna da pesca deve principalmente lavorare a flessione, ed è per questo progettato per sopportare molto meglio la flessione rispetto alla torsione. Per questo motivo una regola imprescindibile del montaggio a acid è che la spirale sia condotta quanto più “bassa” possibile sul fusto, cioè più vicina possibile al manico, nella parte quindi più robusta della canna (la cosiddetta “schiena”), dove quindi essa ha più capacità di sopportare la torsione indotta dalla spirale. Ma come ottenere questo effetto? Il metodo più comodo sarebbe far arrivare il filo sotto alla canna nel minor spazio possibile, quindi con una spirale in cui i passanti sono posizionati a 0°, 90° 180°, trovandoci ad aver concluso la spirale già con soli tre passanti. 

Questo sistema, chiamato in gergo “bumper”, trova alcune volte applicazione, ma presenta il grande limite di andare a generare angoli di incidenza della lenza sulle pietre dei passanti troppo accentuati, che favoriscono un’usura accelerata e indesiderata del sistema pescante. Il metodo a oggi ritenuto più scientificamente sensato e efficiente prevede quindi l’ottimizzazione tra minimo numero di guide con cui condurre la spirale e minimizzazione degli angoli di incidenza della lenza sulle pietre. Inoltre il primo passante viene spesso “disassato” di qualche grado rispetto all’asse del mulinello, accorgimento che consente di costringere l’avvolgimento del filo al centro o verso un lato della bobina del mulinello. In questo modo si svincola l’angler dal dover continuamente ridistribuire il filo in bobina durante il recupero (ad es. nelle tecniche verticali), o lo si agevola molto facendo arrivare la lenza nella direzione più comoda al fine di ottimizzare questa operazione. Va da sè che con tutte queste variabili in gioco, un montaggio acid a regola d’arte diventa quasi una questione “sartoriale” che può essere veramente ottimizzata sotto tutti i punti di vista solamente in un attrezzo “full custom”. Tuttavia le aziende più attente e innovative sono oggi in grado di montaggi acid o a spirale, che dir si voglia, che contemplino queste “regole” fornendo attrezzi all’avanguardia e performanti per la gran parte degli utilizzi previsti e dei mulinelli a cui verranno abbinate.