Guardie & Ladri
Nel numero scorso del vostro mensile preferito, sulla scia delle reazioni suscitate nell’ambiente dal fatto che la Forestale avesse colto in fallo alcuni subacquei trovati a pescare all’interno dell’Area Marina Protetta di Capo Carbonara, avevamo scritto di come fosse davvero poco sportivo, oltre che illegale, praticare - di giorno o di notte, in apnea o con le bombole poco importa – la pesca subacquea nelle zone protette. Le reazioni sono state diverse: se da un lato la grande maggioranza dei pescatori che conosco si sia dichiarata contro il bracconaggio, dall’altro alcuni di loro non hanno preso una posizione decisa, quasi come se ritenessero l’infrazione una cosa di poco conto, quasi una ragazzata, qualcosa di simile a un grappolo d’uva rubato da bambini, una sera d’estate. Eppure so anche da altri che questi non vanno a pescare dentro i parchi. Forse, solo perché temono di essere scoperti. Sconfortante, se più dell’educazione può la paura. L’informazione non fa miracoli, ma aiuta. Abbiamo cercato di saperne di più rivolgendo alcune domande al Responsabile della Vigilanza del Corpo Forestale dello Stato, dottor Davide Urrai (continua sul giornale).
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