Governo del Cambiamento?
Ci sarebbe piaciuto promuovere il “governo del cambiamento” e riconoscergli l’innovazione sperata fino a ieri, in materia di nautica e pesca. L’impressione però, almeno per adesso, è che le cose non siano cambiate granché. In particolare è saltata la revoca dell’aumento (400%), retroattivo, sui canoni demaniali, che interessa ben 25 porti turistici. Un atto parlamentare promesso e invece non inserito al Senato nel maxi emendamento di fine anno. Tanto, oltre a mettere a rischio le aziende e i lavoratori coinvolti, contribuisce, come sottolinea in una nota Ucina-Confindustria Nautica, a rafforzare l’idea sempre più diffusa e radicata, che l’Italia non sia affidabile e credibile per gli investitori, vista l’evidente mancanza di certezze. Se nello sviluppo e crescita dell’Italia la nautica può dire la sua, allora sarebbe meglio calmierare le concessioni e discutere invece su un più giusto ed equilibrato costo degli ormeggi.
Sull’altro fronte è ancora tanta la paura per l’istituzione della licenza di pesca in mare. Una possibilità, seppur scampata all’ultimo, che in assenza del vigile, costante e attento operare della nostra categoria, rischia di tornare a galla e magari ripresentasi in toni meno evidenti e più insidiosi. Il rischio è notevole perché l’ultimo attacco è partito dalla Lega, una forza nuova, di governo, che va a ingrossare le file dei nostri detrattori. Questa volta c’è stata, come mai prima, una forte presa di posizione a favore della pesca professionale col preciso intento di minare alla base la nostra attività. Prova ne è l’ipotizzata distribuzione dei proventi derivati dalla famigerata licenza, per lo più a favore della pesca professionale e altri terzi.
Il 2019 potrebbe comunque essere un anno felice, ma sta a noi indirizzarlo per il verso giusto.
Commenti ()