Genova 2010
Da un lato il dato che conforta gli organizatori è senz’altro la grande affluenza di pubblico che testimonia inequivocabilmente l’appeal che il Salone di Genova, conserva nei confronti della popolazione. Pur registrando un modesto calo, di poco superiore al 5% rispetto allo scorso anno, tutti gli analisti concordano nel giudicare positivamente il dato. L’esordio, infatti, non è stato dei più fortunati, per le concomitanti manifestazioni di protesta dei lavoratori che hanno bloccato gli accessi alla città e la successiva alluvione che ha acuito una situazione già abbastanza critica. Il risultato è quindi effetto di un Salone dimezzato al cui attivo possiamo ascrivere soltanto 5 giornate di esposizione. D’altra parte bisogna considerare la situazione di partenza, cioè l’offerta, il risultato di un anno di programmazione, in definitiva, gli espositori. Qui purtroppo, la capacità di gestione non è sempre all’altezza di grosse realtà, come appunto Ucina e Fiera di Genova e qualche buco si è infatti manifestato. Per la prima volta, a nostra memoria, registriamo spazi vuoti che denunciano defezioni dell’ultimora e non scarsa programmazione. E’ anche vero che le barche in acqua e a terra, soprattutto le più grosse, sono diminuite e ai lati dell’ammiraglia, il Crn Blue Eyes di 60 metri, ha regnato il vuoto. Ma la di là di questo, che tutto sommato ci stà, la Fiera di Genova si assesta, tra le altre mostre d’autunno, per quanto concerne l’impatto della crisi economica, su un gradino decisamente più alto. Per quanto ci riguarda è apparsa, almeno per quelli come noi, finalmente vivibile, pur con la calca dei giorni conclusivi in tutto simile a quella dei tempi d’oro (continua sul giornale).
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