Galleggianti a Colpo d'Occhio
Quando da bambino sentivo gli adulti parlare di pesca, la prima cosa che mi veniva in mente erano i galleggianti, poi canne, mulinelli e via tutto il resto. Questo mi ha fatto riflettere e pensandoci bene il galleggiante non è solo uno strumento che serve ad indicarci la mangiata del pesce, ma serve anche a farci intuire il profilo del fondale, a contrastare vento e corrente e a presentare l'esca in modo naturale per permettere al pesce una mangiata decisa senza che si possa insospettire. Per far si che i galleggianti possano assolvere questi compiti le aziende del settore ne producono un'infinità di modelli dando a noi pescatori la possibilità di acquistare ciò che più fa al caso nostro.
L'evoluzione dei materiali
L'evoluzione dei galleggianti è simile a quelle delle canne da pesca e nell’antichità, proprio come per le canne, quando si iniziarono ad utilizzare i primi galleggianti, che allora non erano altro che dei segnalatori di abboccata, si dovette ricorrere a ciò che madre natura metteva a disposizione. Fu così che si iniziò ad usare il sughero, penne di pavone e d'istrice. Con il passare del tempo, le esigenze dei pescatori iniziarono ad aumentare e si cercò di produrre galleggianti più piccoli, leggeri e portanti per poter insidiare i pesci (che diventavano sempre più diffidenti) con lenze finissime e ami piccolissimi. La produzione di questi galleggianti fu possibile grazie all'introduzione della balsa e i primi costruttori ad usarla furono i francesi. I loro prodotti però avevano una finitura scadente e l'acqua con il tempo tendeva ad essere assorbita dalla balsa così da rendere il galleggiante inutilizzabile. Questo fatto spinse i costruttori italiani a produrre galleggianti con una verniciatura impeccabile che rendeva la balsa impermeabile ed inalterabile nel tempo. Oggi si cercano ancora materiali iper leggeri che possano permettere la costruzione di galleggianti, a parità di portata della balsa, più piccoli e per ora si è riusciti con il neoprene.
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