Futuro Prossimo
L’appuntamento è per le otto e trenta, al solito posto, al Poetto, dove tanti anni fa si fermava il tram e anche oggi splende il sole di un giorno qualunque, in questo aprile già caldo del 2032. Ci conosciamo da una cinquantina d’anni con Pasquale, e dallo stesso tempo siamo amici. Eccolo, leggermente in ritardo, mi saluta con un accento inconfondibile: non ha mai dimenticato d’essere napoletano. Gli chiedo se vuole un caffè e mi risponde per l’ennesima volta che lui non ne prende, grazie. Ci casco sempre. Per me un napoletano che non beve caffè è… come un napoletano che non beve caffè: inconcepibile. Però ha altre doti e la sua simpatia è contagiosa e diventa ancora più preziosa alla nostra età, quando rimane poco da ridere. La Sella del Diavolo è sempre lì, appena deturpata dalla funivia che la collega al Molo Martello. Mi hanno detto che è un’esperienza bellissima: un giorno o l’altro ci andrò, anche se non mi piace l’idea di tutta quella aria sotto i piedi. Preferisco l’acqua, preferisco il mare (continua sul giornale).
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