Fiera Nautica di Sardegna
Che la nautica stesse dando avvisi di ripresa è cosa nota, ma un segno tangibile, ufficiale, ancora non si era visto. Così la Fiera nautica di Sardegna ribadisce, in questa fine di aprile, nel magnifico contesto della Marina di Obia, il fermento e la vivacità del settore nautico, decisamente radicato e sviluppato nell’estremità nord orientale dell’isola. L’iniziativa, voluta dal Cipnes, sostenuta dall’assessore regionale al turismo Gianni Chesa, vanta uno straordinario riscontro di visitatori, 15.000 per la precisione, e l’approvazione degli espositori, entusiasti per l’organizzazione e i risultati.
Tutto ciò, in barba alle bizze del vento, benevolo, purtroppo, solo a tratti. I tre punti forza della fiera sono stati l’esposizione in sé, quindi la proposta di barche, ben oltre un centinaio; il coinvolgimento culturale espresso dal progetto Insula; i dibattiti sui temi specifici, dell’impatto economico della nautica sul territorio, le possibilità di sviluppo anche in un’ottica sostenibile e il ritorno in termini turistici. Una scommessa vinta, per Gianni Sarti, presidente del Consorzio industriale, anche per il pochissimo tempo a disposizione, solo tre mesi e mezzo. Un miracolo, dicono gli addetti ai lavori e Angelo Colombo, responsabile organizzativo e gran conoscitore di fiere, avendone, da giornalista, frequentate un’infinità. L’entusiasmo, nasce soprattutto dagli operatori, molti dei quali vantano chiusure di contratti o trattative avanzate. Ma anche i meno fortunati, forse fuori target, oltre a assicurare la presenza anche per la prossima edizione, comunque intravedono per l’iniziativa una grande potenzialità di crescita e opportunità di lavoro per tutti.
Del resto, sottolinea Stefano Mulas, broker affermato, “anche Cannes ha iniziato in sordina e non certo ai livelli di questa fiera.”. Malumore invece in casa degli assenti per una scelta non abbastanza ponderata e non revocabile. Per loro se ne riparlerà il prossimo anno. E nel 2023, ci aspettiamo tutti, che le criticità, seppur abbondantemente perdonate in questa prima edizione, vengano risolte dall’esperienza e una programmazione che ad oggi può contare su un lasso temporale di ben 12 mesi o poco meno.
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