Feeder Sardegna 2021
Sarebbe dovuta essere la seconda prova del campionato italiano individuale di pesca col feeder 2021, ma la prima gara è stata rinviata e quindi, domenica 2 maggio, si è ufficialmente aperta questa attesissima competizione. La manifestazione è stata organizzata dall’Apsd Alessandro Lai di Ottana, società che da quest'anno vede come presidente il forte agonista Stefano Lai. La gara si è svolta sul lago Omodeo. Le prove dei giorni precedenti hanno evidenziato l’abbondante presenza di carassi. I Carassi solitamente non combattono tantissimo ma all’Omodeo troviamo esemplari grossi, molto di più della taglia media delle carpe. Quindi in gara, a parità di prede con le carpe, con i carassi si totalizza un punteggio maggiore. Diciamo subito che il campo dell’Omodeo non è uniforme. Alcuni hanno avuto la fortuna di pescare in picchetti più pescosi, ma si sa, nelle gare conta il sorteggio favorevole; sta al pescatore saper sfruttare tutte le possibilità. Noi del Fishing Villasor siamo partiti il sabato mattina per provare il campo gara. La nostra idea di agonismo è sempre legata alla squadra e, se possibile, alcuni di noi vanno a provare per capire che pastura, esca, ami e fili utilizzare. Il sabato abbiamo provato per 3 ore, in un punto che sapevamo non far parte del campo gara. Questo per evitare di infastidire i pesci e caricare di troppa pastura le rive interessate dall’evento. Durante la giornata di prova abbiamo pescato tantissimo. Finalmente è arrivata la domenica! Non c’è stato raduno per evitare assembramenti. L’ingresso ai box era fissato per le 7:30. Da regolamento avevamo un’ora e mezzo per preparare tutta l’attrezzatura e alle 9 è iniziata la vera gara, per un totale di 5 ore. Nel mio settore alcuni hanno iniziato a pescare subito. Personalmente ho impostato la strategia che avevo usato in prova, con le stesse pasture e le stesse esche, ma ho trovato molte inaspettate difficoltà. Infatti a metà gara ero sotto di almeno 10 prede rispetto ai migliori del mio settore. Mi stavo preoccupando. Ma dopo metà gara ho iniziato a cogliere i primi frutti. In prevalenza ho pescato carassi, di tutti i colori. Uno in particolare era davvero bello, con la livrea gialla a macchie nere. Nel lago c’erano anche carpe ma bisognava fare una scelta: carassi o carpe. Ho scelto i primi, usando come pastura un tipo dolce, con colorazione dal marroncino al marron scuro e anche nera. Per quanto riguarda le distanze delle linee, dipendeva molto dal picchetto. Nel mio settore, alcuni hanno pescato a una distanza intorno ai 40 metri. Personalmente non potevo arrivare così lontano perché avevo un incaglio intorno ai 34 metri. Ho impostato la gara a 32 metri. La linea più vicina, quella ai 20 metri, ha iniziato a “funzionare” soltanto a fine gara. Altri hanno avuto più problemi di incagli rispetto a me. Succede a tutte le gare, ma non è colpa di chi organizza che ha tutto l’interesse ad avere una gara con pescatori felici e appagati. E poi è risaputo che in Sardegna tutti i campi gara sono così ma noi dobbiamo apprezzare ciò che abbiamo e valorizzarlo. Per quanto riguarda le classifiche, facciamo i complimenti a Davide Unali (Aps Sassari), primo assoluto, Maurizio Brandinu (TP Borore), ottimo secondo e Nicola Floris (Nautilus) terzo per pochi punti. Noi del Fishing abbiamo avuto alcune belle soddisfazioni. Nicola Erriu si è confermato un pescatore di classe con la vittoria del suo settore, come ha fatto anche Antonio Monti, con una gara in recupero. E poi la classifica ha visto molte brillanti conferme, tra cui il fortissimo Giuseppe Divona (Logudorese Pesca Ozieri). Da segnalare la bellissima prova di Graziano Angei (Albatros), atleta ottantenne che ha avuto una penalità perché non aveva le matrioske. Il regolamento prevede che al controllo prima della gara bisogna presentare le esche dentro le matrioske, contenitori tondi che si infilano uno dentro l’altro; ognuna ha una sua grandezza e le esche, ma soprattutto le pasture, non devono superare la quantità consentita; poi ci sono i secchi graduati che sono riconosciuti dalla federazione mondiale come strumento di misurazione. Peccato, senza questo errore veniale, Graziano avrebbe vinto il suo settore. Ma questa piccola mancanza dimostra che anche in Sardegna si tenta di applicare il regolamento nel modo più rigoroso e giusto. E questo ci fa sperare che chi parteciperà agli italiani saprà distinguersi, rappresentando la Sardegna nel migliore dei modi.
I Carassi di Monti
Mi sono affidato alle preziose indicazioni di Riccardo Garau e Nicola Erriu che avevano provato il campo gara. Abbiamo deciso di impostare la gara “a carassi” perché erano più grossi delle carpe. Infatti abbiamo notato che la taglia media delle carpe era di due, tre etti, mentre i carassi sfioravano spesso il chilo e più. Quindi, pastura leggera, in grado di creare una “fumata” attrattiva e bigattini. I carassi mangiano in modo differente dalla carpa: questa si nutre restando sulla pastura mentre il carassio ci gira intorno e ogni tanto entra nell’area pasturata per poi uscire quasi subito. Con i terminali sottili era facile spaccare. Ma con il terminale dello 0,14 o del 0,16 i pesci non mangiavano e quindi era obbligatorio utilizzare lo 0,12. Ho impostato due linee, una a 20 e una a 35 metri, quindi distanze non eccessive. Dopo le prime 4 ore di gara avevo in nassa solamente una carpa e un carassio. Ma l’ultima ora di gara ho accorciato una linea perché ho notato che il concorrente di fianco a me stava iniziando a fare carpe su una linea “fresca”. Non mi sono però allontanato troppo dall’area nella quale avevo pasturato per tutta la mattina in modo da poter pescare anche i carassi. È stata proprio l’ultima ora di gara a permettermi di vincere il settore, grazie a 16 carassi veramente grossi. Ho superato il pescatore al mio fianco per appena 2 etti. Queste sono le gare…
Antonio Monti
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