Fari&Fanali
Per secoli i fari sono serviti da guida ai naviganti, ora indicando il sicuro atterraggio (purché non si prenda questo termine alla lettera, come ha fatto la nave mostrata nel piccolo riquadro, schiantatasi ai piedi del faro di Punta Europa a Gibilterra), ora guidandoli in un passo stretto o mettendoli all’erta in vicinanza di un pericolo, ad es. una secca, uno scoglio affiorante o altro. Il massimo sviluppo dei fari si ebbe nel diciannovesimo secolo grazie al predominio navale inglese, anche se si deve alla Francia di aver realizzato un sistema di fari in modo tale che il navigante potesse essere sempre in vista di almeno un segnale luminoso. I fari hanno sempre avuto un grande fascino nel passato, con il loro capo-faro ed i solitari guardiani, che si alternavano nel servizio, garantendo l’accensione dei fuochi. In tempi ed in luoghi in cui il pendolarismo era pressoché impossibile, i guardiani vivevano con le loro famiglie in minuscoli villaggi, dedicandosi talvolta alla cura di qualche capo di bestiame e curando dei piccoli orti. Oggi, grazie alle nuove tecnologie, i guardiani dei fari, là dove sono ancora presenti, si limitano a eseguire rilievi meteorologici e comunicare con le navi in transito che chiedono informazioni. Molti fari, però, non sono più sorvegliati da personale stabile ed hanno perso molto della loro antica bellezza. Alcuni di questi sono stati adibiti a museo, altri, pur non essendo andati fuori servizio, offrono la possibilità di alloggio in “residence”, come ad esempio quello di Lista nella Norvegia meridionale (figura 2). Come non pensare ai meravigliosi fari della costa bretone o della Norvegia, come non ammirare i fari dell’Inghilterra, i nostri fari, tra i quali certamente il più conosciuto è la Lanterna di Genova? Alcuni di questi segnali sono circondati da leggende (soprattutto quelli nordici), molti altri hanno assistito a importanti naufragi, ma tutti hanno il fascino indiscusso del silenzio, rotto dallo stridio dei gabbiani, dal sibilare del vento e dal rumore del mare. Se non vi siete mai trovati ad ammirare un tramonto sul promontorio dominato da un faro, fatelo, perché è una esperienza che vale la pena di essere vissuta.
Fari e Fanali
I fari, da sempre, vengono utilizzati come guida verso il punto di atterraggio, per segnalare pericoli o per fare da guida nell’ingresso in un passaggio stretto; possono avere una luce completamente bianca o mostrare settori colorati in modo diverso (principalmente rosso o verde). I segnalamenti minori, che non devono essere visti a grandi distanze e che vengono adoperati soprattutto per segnalare i pericoli, l’ingresso dei porti, etc., prendono il nome di Fanali; anche questi possono avere una luce di colore bianco, rosso o verde. Ciò che distingue un faro da un fanale è la diversità della portata luminosa, che è generalmente inferiore alle 10 miglia per i fanali e superiore per i fari; questo è dovuto alla funzione principale dei fari, che è quella di costituire un segnale per l’individuazione del punto di atterraggio. Vediamo da cosa è costituito un faro; abbiamo, innanzi tutto, il sostegno, che è la costruzione in muratura o metallica, che contiene l’intero sistema e che, nei vecchi fari, ospitava anche i locali destinati al guardiano e al magazzino con le provviste ed i pezzi di ricambio. Il motivo per cui i fari vengono edificati su promontori e con alte torri è dovuto al fatto che la loro altezza è uno degli elementi determinanti per stabilire la portata geografica che si vuole offrire alla sua luce. Per i fari costruiti in mare aperto è necessario, per aumentare la portata geografica, realizzare costruzioni alte e robuste, che possano resistere all’azione del mare e del vento. Così questo tipo di fari è generalmente di forma circolare (quella che meglio resiste alla forza del vento), le fondamenta sono piuttosto robuste ed il faro viene protetto da una muraglia, che funge da frangiflutti. Un chiaro esempio di questo tipo di faro è quello di Er-Mar, quello di Noires o il faro di Kéreon, in Francia. La particolare forma dei fari, a torre, fa sì che essi costituiscano, anche di giorno, dei preziosi punti cospicui, facilmente individuabili dal mare.
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