Estate nella Schiuma
Caldo e afa rendono pigro il pescatore. Uno sguardo veloce al meteo non fa che confermare l’evidenza. Ci troviamo immersi in un periodo di alta pressione, con poco vento, condizioni tipiche dei mesi di luglio e agosto, nella nostra isola… e l’apatia prende il sopravvento. Il ventilatore puntato sul divano ci allontana dalle canne da pesca. No! Bisogna smuoversi, destarsi dal torpore, trovare una valida ragione per superare la pigrizia. In effetti, la pesca con le esche artificiali, a differenza di altre tecniche, non soffre poi così tanto il “cambio di stagione”. Mi riferisco ad esempio al surfcasting che ha un disperato bisogno di bassa pressione e freddo per sprigionare le sue massime potenzialità. Chi pratica assiduamente lo spinning in mare sa che nei mesi più caldi le occasioni per fare strike non mancano: si avvicinano a riva le grosse lecce, le stupende ricciole e pure, anche se molto più raramente, i tonni, tutti pesci che troveremo però, nella stragrande maggioranza dei casi, all’interno delle aree portuali; in scogliera ci vengono a trovare le lampughe, ma la loro presenza non è fissa bensì ad intermittenza e non sempre negli stessi spot; poi ci sono i serra, molto più numerosi quando la temperatura dell’acqua di mare tende al picco di massima, veri protagonisti dell’estate e dell’autunno. In questo campionario sembrerebbe non trovare posto una delle più belle e suggestive varianti dello spinning: la pesca dalla spiaggia.
Cercando la schiuma
Considerata da molti una tecnica prettamente invernale, da attuare quando le forti piogge ingrossano i corsi d’acqua e si riversano, turbolenti, nelle foci in mare, lo spinning dalla spiaggia si può praticare anche d’estate. Bisogna considerare un’unica importante limitazione. Come previsto dall’ordinanza balneare del 2019, da aprile a ottobre vige l’obbligo in spiaggia di pescare solo nelle ore notturne, a causa dei limiti imposti dalla balneazione. Ma tale limitazione ci permette comunque di pescare in due importanti finestre temporali: l’ora blu e cioè appena dopo il tramonto del sole e l’ora dorata, appena prima il sorgere della nostra stella. Sono questi due intervalli di tempo (abbastanza confinati e limitati nel tempo) a costituire una ricchissima opportunità per chi non vuole privarsi di una piacevole sortita in spiaggia. Come spot sono da preferire le spiagge basse, meglio se in prossimità di una foce (anche se chiusa…); osservando la spiaggia cerchiamo le zone con un profilo non uniforme, con punte e rientranze; ma soprattutto cerchiamo la schiuma. I predatori, e su tutti spigola e serra, sfruttano la turbolenza delle acque basse per sferrare i loro attacchi, mantenendo nascosta la loro posizione il più possibile. La spigola è insuperabile nell’aspetto, il serra nell’assalto “alla baionetta”. Visto che pescheremo al livello del mare e non in posizione sopraelevata, è preferibile usare una canna non troppo lunga (intorno a 2 metri o anche meno) e robusta, almeno il tanto da fronteggiare in sicurezza le formidabili ripartenze del serra. Cavetto d’acciaio, si o no? Se sappiamo di pescare in un mare infestato dai serra, allora è meglio utilizzarlo; se abbiamo qualche probabilità di incrociare la spigola, optiamo per un fluorocarbon grosso, intorno allo 0,60. La scelta dell’artificiale è da fare sul momento. In generale utilizziamo quelli con misure generose, colorazioni naturali e ancorette possenti. Camminare in spiaggia d’estate è bellissimo e se poi arriva lo strike…
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