Esche Lente
Alcuni la chiamano la pesca dei "mandroni", cioè di quelli che proprio di muoversi non se ne parla; tre o quattro canne in acqua, una birra fresca ed ogni tanto una controllatina: "Tanto se becca, lo vedo di sicuro!". Ma la pesca con le cosiddette esche lente non è proprio così, o almeno non lo è necessariamente. Per esche lente intendiamo tutti quegli inneschi che generalmente non producono risultati immediati una volta in acqua perché mirati a prede "importanti". Solitamente sono in grado di rimanere "attive" per molto tempo senza bisogno di essere monitorate costantemente ma sbaglia chi pensa che il loro utilizzo sia un facile escamotage per i più pigri. Le esche lente sono soprattutto il modo migliore per selezionare le prede. Difficilmente un voluminoso trancio di muggine attirerà la minutaglia ed è più facile che il guscio di un boccone venga spaccato da una grossa orata che da una sparlotta curiosa. E se, una volta lanciata la canna in acqua, non rimane che aspettare, a differenza delle veloci, le esche lente richiedono un lungo lavoro di preparazione, meglio se fatto in spiaggia per garantire l'assoluta freschezza degli inneschi. Nel numero di giugno, l'eccellente Francesco Fois ha illustrato le principali esche veloci, per lo più vermi e molluschi, soffermandosi sulle ottime qualità del cannolicchio sgusciato (continua sul giornale).
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