Editoriale 2/25

Al momento di scrivere il Boot di Düsseldorf ancora non ha chiuso i battenti ma la fiera nautica indoor più grande del mondo si avvia a una conclusione da grande kermesse, come dire: grande afflusso, tanti espositori (1500 da 67 nazioni) e affari, sembrerebbe, secondo le note ufficiali, a gonfie vele. Insomma, un curriculum degno di chi tiene a sottolineare la leadership sul mercato fieristico internazionale. Per chi non la conoscesse, il Boot appare una fiera a tutto tondo, dove le barche fanno da scenografia e richiamo, ma tutt’intorno, nei capannoni, è mare, acqua salsa e canali, vista anche l’ubicazione. Con tutti i settori di attività collegate, subacquea compresa, presenti in tutte le forme. L’Italia, come al solito, è ben rappresentata come c’era da aspettarsi, ma l’Europa settentrionale, quella del Baltico, del Mare del Nord, fino a quella che arriva ai Pirenei domina la scena. Certo è una questione logistica, ma muovendosi intorno e sotto quelle prue rovesciate, a volte sagomate e riprese con successo anche dall’italian style, fanno pensare che anche la nautica condivida gli stessi equilibri che governano il nostro continente. Naturalmente la nostra migliore cantieristica ha fatto bella mostra ma l’eccezione, la novità, se proprio vogliamo dirla tutta, a nostro parere e per quel che ci attiene, è di un nuovissimo cantiere siciliano, di Catania (Born for fishing), il quale ha presentato il super fotografato Uniko 34, un gommone da pesca completamente accessoriato, di tutto e di più, con una particolarità, appunto unika, le sponde del pozzetto di poppa sono reclinabili all’esterno, inventando così nuovi spazi da dedicare alla pesca, fino a ieri esclusivi di mezzi di ben altre dimensioni.