Dolphin Fish

Dolphin Fish

di Mario Depau

La lampuga o corifena (Coryphaena hippurus) è un pesce estremamente affascinante, sia per la livrea, capace di coprire una tavolozza piuttosto ampia di colori (alcuni ricordano i metalli più nobili come il platino e l’oro), che per la strenua resistenza alla cattura in proporzione alle sue dimensioni. Il comportamento durante la caccia e durante il duello col pescatore le è valso, in alcune parti del globo, il nome di dolphin fish (pesce delfino), in virtù degli spettacolari salti fuor d’acqua e piroette in cui si cimenta, e chiunque ne abbia pescata almeno una sa che mai nome fu più azzeccato. Ha un comportamento principalmente gregario che mantiene anche in età adulta, nonostante, una volta raggiunta una certa stazza, i banchi siano meno numerosi.

Periodo
È un pesce prettamente pelagico che troviamo vicino alla costa soprattutto in due occasioni: durante la fase riproduttiva, che va da marzo a giugno, dove molto spesso riusciamo a pescare gli esemplari più grossi, e una volta terminata la fase di più rapida crescita, ossia nel primo autunno. Se le temperature si mantengono su valori elevati, la lampuga si può trattenere in prossimità della costa anche in autunno inoltrato o fino a dicembre e addirittura ai primi di gennaio. Ed è proprio in quest’ultima fase che noi pescatori da terra cerchiamo di intercettarla e insidiarla con le nostre esche. Il periodo autunnale è molto particolare. La riduzione delle ore di luce, il repentino cambiamento climatico con mareggiate più frequenti, sono fattori che incidono sul comportamento delle specie ittiche. Queste, infatti, in vista dell’inverno e sfruttando la disponibilità di pesce foraggio, frutto della schiusa di grandi quantità d’uova depositate nel periodo estivo, incrementano notevolmente l’attività alimentare. Dobbiamo quindi approfittare di questo periodo biologicamente iperattivo per fare qualche lancio, anche perché oltre la cattura della lampuga abbiamo la possibilità di pescare pesci più importanti quali i serra e i barracuda, anche di ragguardevoli dimensioni.

“Dobbiamo quindi approfittare di questo periodo biologicamente iperattivo per fare qualche lancio, anche perché oltre la cattura della lampuga abbiamo la possibilità di pescare pesci più importanti quali serra e barracuda...”

Attrezzatura
Qualunque sia la scelta della canna, del mulinello, del filo e dell’esca, il risultato deve essere equilibrato, un giusto compromesso tra i “pesi” impiegabili. Infatti, nel caso di un’attrezzatura troppo leggera, si favorisce il lato sportivo e ludico, ma alla fine, una scelta sottodimensionata, potrebbe risultare inefficace al punto da rendere impossibile portare la preda al guadino. D’altro canto, un’attrezzatura solida, importante, è certamente più sorda, meno sensibile, infine poco divertente, ma ci consente di non far soffrire inutilmente il pesce allamato e di portare a casa un’eventuale bella preda. Personalmente tendo al “pesantino” e comunque il mio giusto equilibrio si rifà a una Shimano Blue romance ultra jerkbait 20-50 grammi da 7 piedi (2,13 m). È una canna con una schiena che non teme i più comuni predatori e ha una sensibilità davvero spiccata. Ottima per i serra e i barracuda e gestisce facilmente anche le lecce più grosse. Per quanto riguarda il mulinello, adoro la leggerezza e la potenza, ma preferisco che sotto la canna ci sia montato un attrezzo capace di forzare un pesce, anche nelle condizioni più estreme. Vedi il Twin power 5000 SW-B che può contenere 300 metri di trecciato dello 0,19. La lampuga è un pesce abbastanza particolare, ad esempio, quando caccia, in piena frenesia alimentare, quasi non bada alle dimensioni della preda e infatti attacca artificiali lunghi anche 20 centimetri, ma può essere estremamente selettiva e buttarsi solo su pesci della taglia che abitualmente caccia in quella zona. E qui conta tanto l’esperienza del pescatore e l’assiduità nella frequentazione dei posti. Sapere cosa trovare in quello spot è sempre di grande aiuto: minutaglia più comune come le piccole alici, i latterini o piccoli mugginetti, oppure le onnipresenti aguglie, piccoli barracuda o aluzzi. Nel primo caso opteremo per artificiali piccoli, come i jig dai 10 ai 40 grammi. Nel secondo caso i long jerk la faranno da padrone. Ovviamente dobbiamo tenere in considerazione tutto ciò che sta nel mezzo ed essere pronti a cambiare la nostra strategia. Un’esca un po’ particolare che potrebbe funzionare di tanto in tanto è il popper. Anche qui, le dimensioni delle prede medie devono farci decidere se scegliere un artificiale di piccole dimensioni o arrivare anche a 120-150 mm.

Movimento
Le lampughe sono predatori che giocano molto sulla rapidità con cui sferrano gli attacchi, così come consuetudine dei pesci pelagici. Sono attirate dagli artificiali che sfrecciano veloci sul pelo dell’acqua o che tagliano rapidamente la colonna d’acqua. Quindi i movimenti vivaci impressi sul nostro artificiale sono da preferire, ma non dimentichiamo di fare le pause, molto importanti, per “prendere le misure”.