Denti di Serra
In tema di traina viene in mente il grande Hemingway e le sue novelle epiche col mare i pesci e i pescatori in primo piano. I grandi combattimenti con le prede più importanti dell’oceano non sono però la realtà più immediata, quella di tutti i giorni. Di lato ai tonni di 200 chili, pur presenti nel nostro Mediterraneo, esiste un’altra verità ricca di sfumature più o meno fruibili. Quindi, nel piccolo orticello di casa nostra, possiamo parlare di traina anche con ambizioni molto più modeste ma altrettanto emozionanti. Vedi ad esempio la traina al serra. Ormai, questo predatore dei mari del sud si è stabilmente insediato anche alle latitudini più settentrionali del nostro bacino e grazie alla sua frequenza ma soprattutto grazie alla sua combattività risulta una delle prede più ricercate lungo le coste di tutt’Italia. Sul serra se ne dicono tante. La più frequente e impressionante e che ucciderebbe i suoi coinquilini non solo per sopravvivere, quindi con motivazioni alimentari, ma anche per pura cattiveria, ossia per il solo gusto di uccidere. In verità credo sia difficile stabilire le ragioni di tanta violenza però il fatto rimane. Effettivamente l’animale è estremamente aggressivo e il “vuoto” intorno a sé è una logica conseguenza. Il fenomeno, in grande, è chiaramente preoccupante poiché mina gli equilibri ecologici dell’habitat costiero, al pari della sempre più importante crisi del riccio (Paracentrotus lividus) il cui effetto registrato è l’emigrazione, la fuga, l’estinzione (?) del sarago.
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