Credibilità e Qualità dell'Informazione
Finalmente abbiamo il tempo di sederci in poltrona, in salotto, o su una sdraio, al mare o sulle rive di un lago. Dico finalmente perché l’estate ci allontana dal lavoro, dagli impegni improrogabili e ancora finalmente, il tempo, fino a ieri impalpabile, si materializza. E possiamo comodamente e con tutta calma sfogliare le pagine di un giornale, sì quello cartaceo, un quotidiano, oppure MP, in particolare. E dico finalmente perché i nodi vengono al pettine. Ci si interroga infatti sulla credibilità e qualità dell’informazione, un fenomeno che interessa in varia misura, tutti, senza distinzione di argomenti. E interessa soprattutto il confronto tra i mezzi tradizionali, cioè quelli che sulla credibilità hanno costruito un minimo di struttura, leggasi redazioni, e il libero, variegato, complicato e sempre più inaffidabile mondo etereo, universale, del web. Purtroppo stiamo ancora pagando con la chiusura di tante testate, l’irruenza insensibile di un canale sconfinato che ha scosso e elevato all’ennesima potenza, l’offerta di “notizie”. Oggi, vere o false che siano. Il punto, infatti, è questo: vere o false che siano. In Italia, orientarsi, formarsi su questa offerta è complicatissimo, anche perché l’incertezza è esasperata, diffusa al punto che ha permeato i costumi, con la colpevole responsabilità di certa parte politica. Emerge, con chiara evidenza, che l’evoluzione del web, in origine piattaforma di massima democrazia, espressione di totale libertà, è diventato un mezzo in cui imperano interessi diversi dalla pura informazione e tanto comincia a minare la sua credibilità, la fiducia che il navigatore ha riposto nella rete, finora ciecamente. Non so se sia il caso di pensare a qualche paletto condiviso, penso però che la carta stampata abbia pagato ingiustamente, visto che la stessa credibilità, il web, finora, non è stato capace di proporla.
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