Cosa bolle in Consiglio?
Forse non ci azzecca nulla, ma è un parallelo che mi viene in mente pensando alla pesca e al suo futuro. Il pensiero si riferisce alla disciplina, alle sofisticate soluzioni tecnologiche che determinano l’evoluzione della pesca ricreativa. Un po’ quello che succede nel bolentino di profondità che pian piano, come illustra Nicola Cocco nelle sue pagine di questo numero, sta guadagnando sempre più sostenitori in forza dei mulinelli sempre più piccoli e delle lenze sempre più sottili. Sull’altro fronte, il 50% del parallelo, c’è un’altrettanto sofisticata tecnica che al grido di ”pesca non commerciale” tende ad appiattire e ancor peggio ad annullare ogni forma di riconoscimento e identità. Personalmente non mi sento rappresentato da questa etichetta che sostituisce il pescatore sportivo, il pescatore ricreativo e infine il pescatore dilettante, quale noi tutti, con minore approssimazione, siamo. Se passa questo messaggio, ossia la sovrana esistenza della pesca commerciale e poi un non bene identificato “tutto il resto”, e in Consiglio regionale bolle qualcosa che forse è ancora molto peggio, diventeremo l’espressione di una negazione, praticamente nulla e nessuno. Soffro di manie di persecuzione? Bene, vi propongo un passaggio della proposta di Legge in studio alla V commissione del Consiglio regionale della Sardegna: “la pesca non commerciale è consentita ai pescatori in regola con le prescrizioni della normativa nazionale e sulla base di una licenza di pesca della durata di 5 anni, rilasciata dall’Assessore Regionale dell’Agri- coltura e Riforma Agro-Pastorale con le seguenti modalità: a) aver compiuti 14 anni...”. Se così fosse, oltre a privarci della nostra identità di pescatori dilettanti e alimentare i contrasti con la pesca commerciale, ci verrebbe a mancare il naturale ricambio generazionale. Il nostro futuro sarebbe quindi un’inesorabile quanto veloce e irreversibile declino. Alla faccia di quanto dichiara all’art. 1, forse ironicamente, tale proposta, e cioè: “La Regione Sardegna: riconosce il ruolo strategico della pesca non commerciale per lo sviluppo economico, turistico e occupazionale.” Balle! Basterebbe la licenza di pesca a demolire la fragile economia che ruota intorno alla pesca “non commerciale”, figuriamoci se questa proposta dovesse andare avanti.
Commenti ()