Corsi Full Immersion
Il brio primaverile è un fenomeno biologico, ciclico, come quello da "alta pressione" che puntualmente, col primo sole, spinge i pescatori in mezzo al mare. Nella vita di tutti i giorni l'abbondanza di millibar si traduce in consumi, scambi, ricchezza. Insomma l'economia gira. Anche la pesca dilettantistica potrebbe ricavare significativi vantaggi da questa periodica disponibilità del genere umano. Infatti l'attività outdoor combinata con un programma di conoscenze risulta un mix irresistibile, quasi esplosivo se proposto appunto nei periodi più fertili. Pensare alla scuola di ogni ordine e grado è quasi scontato, come le fondamenta di un grattacielo, ma imboccare questo percorso significa anche ricerca di finanziamenti e impegno assoluto. Molto più immediato è il risultato dei corsi full immersion. Incontri da due tre volte la settimana, programmati nelle ore serali per tre ore circa, il cui unico handicap è quello di escludere quasi totalmente il target più giovanile. Ma la formula è indovinata perché alla portata di tutti e quindi anche spalmabile sul territorio come espressione di un movimento dal basso. Soprattutto c'è poco da inventare. C'è già chi si fa carico di questa incombenza e mi riferisco a chi della sua passione non ne fa segreti. Titolari di rivendite, personaggi di riconosciuta esperienza, sodalizi e federazioni. E poi vale per il mare, il fiume, il lago e tutte le tecniche di pesca. Mancherebbe un tocco di ufficialità. Un documento che attesti la capacità di chi si propone a garanzia dell’utente finale. Un documento, “Master in pesca dilettantistica”, per accreditare quanto con improvvisazione già soddisfa la clientela. Un documento che attiverebbe un circolo virtuoso e che potrebbe significare posti di lavoro e persino sviluppo turistico.
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