Come da Manuale
Se andassimo oggi a guardare un vecchio manuale di Surf Casting, ci vedremmo descritta una tecnica di pesca piuttosto distante da quella che pratichiamo noi oggi. I pesci di allora (parliamo di più di venti anni fa) erano solo saraghi, spigole, gronghi e orate. Non che in mare non ci fosse altra forma di vita, ma già le mormore erano considerate i pesci del mare piatto o della scaduta, ma non certo delle altre due fasi della mareggiata, cioè di quella montante e di quella costante. Tutto era diverso, anche i piombi, ma soprattutto canne e mulinelli, attrezzi questi che venivano scelti fra quelli più robusti e affidabili. Persino il ventaglio delle esche disponibili era differente, sia per numero sia per specie. Mancava l’arenicola, che noi sardi consideravamo assolutamente inutile, mentre calamaro e seppia, per citarne solo un paio, erano invece insidie classiche, cadute troppo spesso nel dimenticatoio oggigiorno! E il mare? Beh, o si aspettava la mareggiata, oppure la si andava a cercare, e molti di noi non sono più disposti a fare ne’ l’uno ne’ l’altro! Forse perché siamo più stressati dalla routine quotidiana, e anche perché per la maggior parte di noi il tempo da dedicare alla pesca è piuttosto ridotto, abbiamo dovuto imparare a pescare anche a mare poco mosso per non dire a forza olio! Certo, il risultato è che ci siamo arricchiti tecnicamente, e questo ci consente di far carniere anche in condizioni diametralmente opposte a quelle classiche. Ma è anche vero che si sente sempre più spesso la lamentela che il pesce è diminuito, che non è più come una volta, e soprattutto in certi periodi dell’anno dobbiamo incassare più di un cappotto (continua sul giornale).
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