Col Vento alle Spalle
Terz’ultima prova del Tournament Yamashita 2022. La destinazione, visto i previsti venti occidentali sembrerebbe Stintino, ma, dopo il briefing da Sportland e un’attenta valutazione del meteo, Carlo Leone decide di tornare sui suoi passi e trasferire la carovana di eginger a Fiumestanto, destinazione originaria. Comunque siamo a febbraio, prima domenica del mese, e una volta in spiaggia, anche se di tormenta non si tratta, il venticello alle spalle non è per niente gradevole. Ma chisenefrega e peggio per chi ha dato credito a certe previsioni e preferito la tv. In spiaggia ci sono concorrenti di tutte le province e anche Cagliari era ben rappresentata. Il campo gara è esteso, troppo esteso. Dagli scogli più vicini alla centrale elettrica, a destra, fino a Pompu. E c’è chi, a Pompu, è voluto arrivare per forza. Come se i cefalopodi stazionassero lì, più che altrove, e soprattutto come se fare avanti e indietro sulla spiaggia fosse la passione repressa del fotografo. Comunque... tutti sorridenti e tutti piuttosto agguerriti. 54 canne imbracciate e mosse con più o meno professionalità e più o meno convinzione.
Esche di tutti i tipi, dalle cinesi a basso costo alle bramate e più impegnative Yamashita. Dopo lo start c’è voluto un po’, prima di sorridere, e fortunatamente qualche preda è arrivata precedendo l’imbrunire. Intanto non sono mancati gli inconvenienti, vedi la canna rotta in due durante un lancio e il vino versato sulla sabbia per errore. Purtroppo la vastità del campo gara, pur percorrendolo di continuo in sù e in giù non ha mai consentito di ipotizzare una situazione, una supremazia, una leadership. A ogni passaggio si registrava una nuova situazione, comunque sintomo di vivacità. Quindi, tra una seppia e un calamaro, tutti cefalopodi dignitosi, c’è passato anche un polpo e neanche piccolissimo, che però, per lo sfortunato Mirko Pintore, non fa punteggio. E a mantenere vivace l’ambiente, segno che la tensione della gara era parecchio sentita, non è mancata una voce, un grido di allarme, rivolto contro i disturbatori luminosi, i quali senza ritegno alcuno, spargevano energia nella battigia e nell’acqua tutta.
“Vige la regola non scritta che le fonti luminose rivolte verso il mare non sono gradite ai cefalopodi, siano essi seppie o calamari.”.
Vige la regola non scritta che le fonti luminose rivolte verso il mare non siano gradite ai cefalopodi, siano essi seppie o calamari. Questa diatriba sviluppatasi soprattutto per chat e negli echi più forzati anche per l’etere, ha dovuto cavalcarla il buon Leone, l’unico, il super partes, in grado di riportare gli animi in serenità. La gara è partita con un po’ di ritardo, senza che questa abbia determinato uno slittamento di pari valenza. L’aria è freschetta e per mantenere alta la temperatura è necessario fare attività fisica, camminare, oppure lanciare. Oppure... oppure c’è il jolly, sparso qui e là nel campo di gara: birra, vino, fil’e ferru... Ognuno si arrangia come può ma alla fine la tromba suona e tutti di corsa rientrano a Li Punti, nella solita terrazza di Sportland, per la pesatura del pescato e la sempre generosa premiazione. L’organizzazione è come al solito scarna ma velocissima.
Così, in men che non si dica, le buste col pescato vengono pesate in rapida successione, mentre Leone registra le informazioni utili per la classifica: specie e peso. Come per le precedenti gare, di qualificazione alla finale del Tournament Yamashita del 20 marzo a Oristano, sono otto i fortunati e bravi pescatori che entrano in premiazione, e hanno diritto agli artificiali e alla cuffietta Yamashita, ma, per i primi tre la differenza la fanno gli stivali aderenti, praticamente un paio di pantofole, per il terzo classificato, Gabriele Andretto; un cassone da pesca studiato per chi pratica questa disciplina, per Francesco Ghiani, secondo classificato; una stupenda canna da eging Tailwalk Egist SSD, un vero gioiello, per il campione di questa prova, per il bravissimo Mirko Farci.
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