E' l’uomo nuovo. Il campione di turno. Il portacolori dell’agonismo dei quattro mori. Lui, Christian Corrias, cagliaritano, classe ’73, prossimamente impegnato all’estero con la nazionale italiana, contro i migliori pescasub del mondo. Il suo obiettivo, in Portogallo, a Sagres, a settembre, è l’oro. Ma chi è quest’uomo? Quali sono i suoi segreti. Qual è la sua formazione? Cosa sappiamo di lui? Raggiunto al telefono nei rari momenti di disponibilità, pare infatti che stia a bagno più di chiunque altro, Christian inizia a raccontarsi e a svelare particolari curiosi e inattesi. Come i polpi pescati agli esordi, a Sant’Elia, tra le pietre del molo di Levante, sparati col Mini Sten di Mares oleopneumatico (allora si diceva ad aria compressa). E soprattutto “su fragu ‘e cricetu”, ricordi dei suoi 14 anni, quando per scaldarsi la cosa più semplice era farla dentro e convivere dentro e fuori con l’odore... Allora la muta aveva la cerniera sul davanti. 5 millimetri appena sufficienti per evitare l’assideramento. Bei ricordi che però preferisce raccontare al caldo di un bel caminetto acceso. Il primo progresso termico arriva con Franco Pilloni, suo compare e compagno di pesca e le mute su misura. Intendiamoci, il superuomo è ancora freddoloso e quando ce n’è bisogno non disdegna la giacca da 8 millimetri, il pantalone da 7, calzari da 3,5 e guanti da 3. Un grosso uomo nero che non cambia colore neanche nella pesca all’agguato. Il mimetismo è valido soprattutto nei primi metri, sostiene, ciò nonostante non è roba per me. Non ne sento il bisogno. Io sono un razzolatore. Pesco ovunque, da pochi centimetri fino a 36 metri. Il mio ideale però è la quota 25-30 dove mi diverto nella pesca all’aspetto al dentice. Ho un minuto e mezzo di apnea, quindi niente di eccezionale, ma sufficiente per le mie caratteristiche.
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