Che Peso Hanno i Nostri Risultati?
Siamo in piena stagione, nel momento più propizio per il surfcasting. Le spigole sono arrivate e con loro l’entusiasmo si è diffuso, da Nord a Sud. E devo dire che, complice anche la Canna d’Oro, si è risvegliata in me una voglia di mare, di onde. E quindi, come non pensare alle spiagge più belle, magari a quelle oceaniche dove al surf attribuiamo i natali? E quindi, come, in questo contesto, non fare una riflessione sui nostri migliori atleti che proprio quei litorali sistematicamente vanno a calcare? Le ultime notizie, in termini agonistici, danno i vecchietti della nostra rappresentativa più matura, al top della condizione, tanto da tener testa agli avversari e calcare, oltre la sabbia atlantica, anche un bel gradino del podio. Purtroppo questo stato di grazia non è generalizzato, soprattutto non è declinato in ordine di genere e d’età. Viene da pensare che le potenzialità siano meglio espresse dagli atleti formati, con i capelli bianchi (per chi ancora ce li ha) con una cultura granitica, meno malleabile o influenzabile a tavolino. Infatti, le nostre équipe di punta, una soprattutto, seppur assistite da dirigenti dall’indiscusso palmares, non riescono a emergere. Ed è ancora più strano se pensiamo agli invidiabili risultati che arrivano dalle altre discipline federali. E tutto ciò è un peccato, perché i numeri del surfcasting sono impressionanti rispetto alle altre tecniche e qualche soddisfazione in più non sarebbe certo regalata. In tempi così incerti, con una licenza che pende e che non perde occasione per ripresentarsi, sarebbe utile, forse, far pesare i nostri risultati, i nostri numeri, i nostri ori. Ma non è così, carenti di regie, dobbiamo cedere il passo alle élite della pesca, quelle sì ancora in auge anche se numericamente irrilevanti. Insomma se in questa guerra al riscatto vinceremo, non sarà, purtroppo, merito dei nostri migliori e incolpevoli atleti.
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