La pesca nella stagione fredda, si presenta con mille difficoltà da affrontare. Vediamo insieme alcuni aspetti di questa tecnica svolta in questo periodo dell'anno.
Carpfishing invernale: lo si odia, o lo si ama! Difficilmente si hanno mezze misure. Personalmente la preferisco per tanti motivi. La pesca invernale è una pratica dura che occasionalmente ripaga le mille sofferenze dovute alle temperature rigide di questa stagione. Nonostante questo, molti carpisti, non si fermano perché non è solo la cattura di per sé l'obiettivo principale, ma è sopratutto una passione così grande che non può essere fermata dalle difficoltà di questo periodo dell'anno. Diciamo poi che sulla pesca invernale sono molti i racconti fantasiosi di tanti pescatori, alcuni dei quali trovano anche riscontro nella realtà, mentre altri rimangono le classiche esagerazioni da pescatori. In questo articolo vediamo alcuni aspetti di questa tecnica, svolta in un periodo dell'anno molto difficile, che prevede, soprattutto, l'uso di una buona attrezzatura tecnica.
Temperatura dell’acqua - La temperatura dell'acqua è senza dubbio uno dei parametri più importanti nella pesca invernale, poiché il freddo inibisce l'attività dei pesci. Ma qual è il limite di temperatura al di sotto del quale le carpe sono completamente inattive? L'acqua, in superficie, congelandosi a zero gradi fa scudo ad un ulteriore abbassamento di temperatura più in profondità. Difficilmente sotto lo strato di ghiaccio la temperatura si abbassa oltre i 4°C. Solamente nei torrenti di montagna con acqua di neve si può superare questo limite. Ma non è questo il punto, perché non credo che sia possibile fissare un valore limite di pescosità. Non sono i 5 o 10°C di per sé che possono darci un'idea circa l’attività delle carpe, ma è l'andamento della temperatura nei giorni e nelle ore precedenti alla battuta di pesca che ne deciderà l'esito. Mi spiego meglio: se per esempio a marzo con belle giornate di sole che hanno fatto salire la temperatura dell'acqua a 12-14°C, arriva una perturbazione fredda che in poche ore la fanno riabbassare a 9°C, difficilmente troveremo qualche carpa disposta ad abboccare. Al contrario, in pieno gennaio dopo giornate di perturbazioni con piogge che riescono a far salire la temperatura dell'acqua di qualche grado, sarà possibile che qualche esemplare possa interessarsi alle nostre esche, a patto che i nostri inneschi siano posizionati nei punti giusti, quindi, l'importante è l'andamento delle temperature che noi dobbiamo monitorare per trovare le situazioni migliori per catturare.

Trovare le carpe - Penso che la difficoltà più grande in inverno sia proprio trovare le carpe. Infatti, in questa stagione le carpe riducono al minimo gli spostamenti e quindi la loro individuazione è quasi impossibile: nessun salto, non un segnale, niente scie, bollate o scodate generate dalla loro attività. In buona sostanza perdiamo quindi tutte le informazioni utili che invece nella bella stagione ci permettono di localizzarle. I fiumi e i canali potrebbero essere di più facile lettura, infatti, in questi ambienti sono presenti ostacoli e giri di corrente che ci dicono già dove potrebbero essere le nostre amiche baffute. Diversamente, i laghi e le cave lo sono molto meno. Entra quindi in gioco l'esperienza e la determinazione del pescatore di insistere nella ricerca. Nei fiumi e canali della mia zona, che si caratterizzano per livelli d’acqua bassi e poca torbidezza, si individuano le carpe solo da spostamenti di fango dal fondale e da piccoli movimenti sulla superficie. Solitamente si trovano in gruppi con esemplari anche di taglia riuniti in aree ristrette. Ho notato diverse decine di esemplari, su un tratto di 1 km, riunite in pochi metri di canale, senza spostarsi più di tanto. Questo sarebbe il comportamento naturale delle carpe, in questi ambienti tranquilli, indisturbati e con piene mai impetuose. Da questo scaturisce la pasturazione preventiva e in fase di pesca, che serve a tenere la colonia sempre in zona.

Inverno e grosse carpe - Per il sottoscritto l'inverno è sempre stata la stagione più propizia per stanare la “big carp”. D'altronde la stagione fredda è anche conosciuta dai carpisti come quella delle grandi catture. A sostegno di questa tesi vale la minore attività di pesciolame di disturbo e il movimento forzato degli esemplari di maggior peso, per mantenere la loro mole. Sono giuste osservazioni in quanto le carpe in questo periodo sono al massimo del loro peso, soprattutto le femmine che guadagnano anche più peso rispetto ai maschi, prima della deposizione delle uova. Le mie esperienze, nei fiumi della mia zona, però non sono tutte allineate a questa tesi. Tante sono le carpe medio piccole finite nel mio guadino, anche con inneschi di grosse dimensioni come boilies da 30 mm. Sicuramente preferisco la stagione fredda all'estate, perché col caldo, quando le carpe diventano apatiche, si aggiungono anche l'afa asfissiante, insetti fastidiosi e pescatori con la bilancia, tanti... troppi! C’é da dire comunque, che in Sardegna non abbiamo un inverno così rigido come nel resto d'Italia. Nella mia zona c'è da sopportare l'umidità che la fa da padrona. Bisogna quindi difendersi con abiti adeguati alla situazione, anche perché le ore d'attesa prima di una partenza saranno tante.
Conclusioni - Ricordiamoci che questo periodo dell'anno è più una sfida contro noi stessi che contro le carpe. Dobbiamo essere bravi a sopportare freddo e vento e calcolare bene il momento migliore per andare a pescare. In inverno, come anche per le altre stagioni dobbiamo sempre osservare le previsioni meteorologiche, la pioggia, il sole e il vento e ogni suggerimento che l'acqua ci propone prestando attenzione allo scambio termico tra il giorno e la notte. Quando impareremo questi aspetti importanti allora incominceremo ad avere i risultati sperati e tutto risulterà più semplice, anche durante la stagione invernale.
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