Carpe in Corrente

La pesca in fiume ha un fascino particolare perché le sue acque subiscono un continuo mutamento e l'esito della sessione non è mai scontato.

Carpe in Corrente
L'autore con una stupenda carpa regina pescata in una fredda alba autunnale.

di Alessio Marongiu - La passione per la pesca in acque correnti ha in me radici da oltre trent’anni. Abitando nelle vicinanze dei due fiumi Cixerri e Flummini Mannu che sfociano nello stagno di Cagliari, ho avuto la possibilità di pescare fin da piccolo grazie a mia madre che mi portò a pescare nel lontano '83, quando l'Arci Caccia Pesca organizzava delle gare per dilettanti proprio in questi fiumi. Così iniziai a muovere i primi passi nella pesca in fiume. Ma i primi esperimenti pratici nella tecnica del carpfishing, con gli hair rig copiati da articoli su riviste che documentavano questa tecnica, avvennero all'inizio del 1990 nelle acque dei fiumi che ben conoscevo. I primi risultati, le prime delusioni, la prima partenza, sono tutti ricordi indelebili, esperienze vissute in quello che è oggi il mio spot preferito la mia palestra. Ricordo che iniziai a pescare con delle boilies acquistate online. Il mio primo innesco fu di una singola boilies da 20 mm, al gusto di fragola. Non avendo mai pescato nessuno con le boilies in queste acque, catturare un bel esemplare era difficilissimo. Infatti inizialmente non ebbi alcun risultato. Abituare le carpe alla nuova “dieta” fu difficilissimo, come lo era usare solamente le boilies al posto del mais come innesco. Iniziai allora a cercare di capire dov'era meglio pasturare, di modo da insidiare pesci di taglia maggiore. 

Dove - in considerazione un isolotto di canne situato al centro del fiume dove vedevo che le carpe grufolavano abitualmente. Quest'isolotto era frequentato abitualmente dalle nutrie che lì avevano le loro tane ed erano tantissime! Considerando che in quel tratto del fiume la corrente sbatteva sui canneti dell'isolotto, dividendo le acque in due parti e lasciando detriti di vario genere (e quindi anche cibo…), iniziai a pasturarci attorno con il mais e le boilies sia intere che spezzettate. Il primo approccio in pesca fu marginale, giusto per provare, in quanto le abboccate erano a pochi metri dal cimino della canna e successivamente furono anche di pesci che sfioravano 8 kg di peso. Si trattava già di un bel risultato visto che col mais non ero mai riuscito a catturare una carpa al di sopra dei 5 kg di peso! Evitai la zona centrale del fiume anche se era più profonda. A mio avviso un pesce in attività alimentare tende a risalire più vicino alle sponde in cerca di cibo. Altri punti che presi in considerazione erano i massi di pietra lungo tutta la sponda del canale centrale, vicino alla foce. Qui infatti trovano riparo i “gamberi killer” (i famigerati Procambarus clarkii della Louisiana), cibo prediletto dalle nostre amiche carpe. Facendo cadere le boilies lungo gli argini in mezzo alle pietre, infatti, si ha una sorta di pasturazione automatica, perché rimangono incastrate e fuoriescono come cala il livello dell'acqua grazie alle maree. 

Tecnica in corrente - Dopo tante prove e dopo aver sentito altri pescatori posso provare a indicare una possibile azione di pesca in fiume: due canne potenti da 3,60 metri, con dei mulinelli di taglia 10000 caricati con ottimo trecciato in modo da tagliare erbai e alghe. Non uso la lenza in quanto pietre taglienti, gusci di cozze o altro potrebbero romperla durante un combattimento. Non porto con me tantissima attrezzatura, spesso infatti per accedere alle sponde e trovare dei buoni spot bisogna inoltrarsi in mezzo a fitti boschi e canne. Avere le mani libere può voler dire salvarsi da una brutta caduta o comunque aiutarsi per superare ostacoli che con troppa attrezzatura non riusciremmo ad oltrepassare. Nella sacca, oltre le canne con i mulinelli montati, riesco a infilare i picchetti, il guadino col suo manico, il cobra per lanciare le boilies a lunga distanza e la sacca di mantenimento e pesatura dei pesci. Ovviamente sto parlando di sessioni brevi, senza tenda e branda. Parlando di terminali, quello che uso in fiume è il più semplice che si possa costruire, l'importante è che venga preparato con un amo robusto, minimo taglia 2 e del trecciato di qualità. Personalmente non scendo mai sotto le 50 libbre. Una metrata di leadcore (sistema che permette al finale di adagiarsi sul fondo), una safty clip con piombo a perdere da 100 grammi e un semplice “nodo senza nodo” con una boilies singola da 30 mm è ciò che lancio in acqua poiché diminuendo il diametro delle boilies si rischia di intercettare pesci piccoli. Non pesco mai in uno spot senza averci pasturato almeno 2 o 3 giorni prima. Richiamare i pesci nella zona in cui intendiamo lanciare i nostri inneschi qualche giorno prima è di fondamentale importanza. Meglio pasturare con una boilies associata al mais. Gli inneschi funzionano se di generose dimensioni (non meno di 20, 24 mm), in quanto il mais sarà il primo cibo ad essere mangiato dai pesci di taglia minore, lasciando le boilies agli esemplari più grossi.

Alessio con un'altra big carpa.

Perché in fiume - Per quanto riguarda il perché, è molto semplice: amo la pesca in fiume per i la combattività anche di esemplari di media taglia che sembrano volerti strappare la canna dalle mani. Amo la pesca in fiume perché può regalarti emozioni anche in sessioni di poche ore e vivere a pieno contatto con la natura. Amo la pesca in fiume per la semplicità e la velocità dell'entrata in pesca. Amo il fiume perché se lui vuole può regalarti grandi catture.

Una comoda postazione.
E ancora un animale da record.