Cala Sinzias
Esposta a est e difesa a sud dall’alto promontorio che la separa da Cala Pira, la lunga spiaggia di Cala Sinzias si estende per quasi 2 chilometri sino alle rocce che, a nord, la separano dalla caletta di Monte Turno. Per essere precisi, la metà settentrionale della spiaggia si chiama Marina di San Pietro e quindi con il nome di Cala Sinzias si indica solo la parte di spiaggia più a sud. È una località molto facile da raggiungere, percorrendo la statale orientale sarda. Uscendo dalla ss 125 si imbocca la provinciale 98 che conduce sino a San Pietro e, svoltando a destra, si raggiunge Cala Sinzias. Qui la sabbia ha un colore giallo ocra e la grana e medio fine. In mare, il fondo sabbioso si estende per alcune centinaia di metri senza incontrare posidonia, più vicina solo nella parte più settentrionale. Più vicina si, ma difficilmente raggiungibile con un lancio, eventualità possibile solo con vento forte alle spalle. Il fondale è subito abbastanza alto e già a riva supera il metro e mezzo. Un dato che comunque, diversamente da altri spot, è molto condizionato dal vento. Infatti, con il maestrale o i venti occidentali, che soffiano da terra, la pendenza della riva è molto “morbida” e la profondità aumenta gradualmente; al contrario, dopo le mareggiate dal grecale o levante, si forma un alto scalino di risacca e l’acqua è subito profonda. Questo spot ha anche un’altra curiosa particolarità. Prima delle gare a campo libero non viene quasi mai “dichiarato”, segnalato come possibile target. Poi però, e non solo negli ultimi anni, Cala Sinzias è stata la spiaggia vincente in gare blasonate come lo Spiaggia Libera, evento organizzato dal J Casting (vero Massimiliano Cabras?). Insomma, non è mai entrato nell’Olimpo delle spiagge mitiche, quelle che in ogni occasione si citano come “spot da surfcasting”. Non chiedetemi perché, ma di Cala Sinzias nessuno ne parla, ma poi tutti la frequentano.
Condizioni ottimali
I venti orientali creano le condizioni migliori per il surfcasting; meglio però non “fidarsi” del grecale che, pur ingrossando il mare in modo proficuo, trasporta verso la riva grosse quantità di “alghe” che si ammassano, frenate dalla scogliera. Il levante soffia frontale e quindi è perfetto, perché una volta che la mareggiata ha depositato le alghe a riva, queste rimangono pressocché immobili e quindi non influenzano più di tanto l’azione di pesca. Ancor meglio se soffia lo scirocco che trasporta via, verso nord, le fastidiose “pagliuzze”. La vera particolarità e ricchezza di questo spot è l’assenza di rocce in mare, se escludiamo alcuni massi sommersi isolati... (e molto interessanti) che, a seconda delle mareggiate vengono scoperti dalla sabbia che li ricopre abitualmente; questi si trovano in prossimità della scogliera che si innalza alla nostra destra (guardando il mare). Ed è proprio la presenza di questo misto che rende i primi duecento, trecento metri dello spot (partendo dagli scogli), più ricchi di vita: occhiate, mormore, occhiate, orate, occhiate, saraghi… ho già detto occhiate? E sì, Cala Sinzias è una spiaggia da occhiate. Con mare in scaduta, pescando non troppo lontano dal promontorio, il combattivo pesce argenteo dal grande occhio baggiano, è la cattura più probabile, tanto da suggerire la miglior tecnica di pesca: in sospensione. A mezz’acqua, sempre con presenza di onde e corrente, arrivano anche i grossi saraghi e meno di frequente, le orate. E poi non bisogna mai dimenticare che proprio in questo periodo, a cavallo tra primavera e estate, Cala Sinzias ha sempre regalato grosse orate, pescando sul fondo, e alcune catture sono risultate prede “da copertina”.
“E la presenza del “misto” che rende i primi 200, 300 metri dello spot, più ricchi di vita: occhiate, mormore, occhiate, orate, occhiate, saraghi…”.”
Leggeri mica tanto
Le più moderne evoluzioni del surfcasting sono indirizzate verso una pesca sempre più “leggera”. Con questo aggettivo si indica in sintesi l’utilizzo di fili molto sottili, travi lunghi e con girelle e sganci piccoli e appunto leggeri. Queste soluzioni chiaramente non sono da utilizzare ciecamente, ma vanno adattate in base al meteo e allo spot. In particolare, Cala Sinzias e il suo “misto” consigliano un utilizzo di fili più grossi e resistenti. In questo caso, meglio affidarsi all’esperienza e alle conoscenze di chi, questa spiaggia, la frequenta da sempre e con ottimi risultati. Un nome su tutti, Alberto Cossu, collaboratore saltuario di Mondo Pesca, indomito “martellatore” della costa sud, da Solanas a Lotzorai. Pioggia, freddo e fulmini non frenano la passione di Alberto e tanta dedizione lo hanno premiato con catture da record e lo fanno assurgere a vero specialista di Cala Sinzias. Il suo trave per questo spot è uno: configurazione a due ami, con una sezione intorno allo 0,70 e braccioli dello 0,40. Per i braccioli Alberto utilizza esclusivamente fluorocarbon. Che strano, abbiamo parlato di leggerezza ed ecco che presentiamo un trave da surf “pesante”. Ma abbiamo anche accennato che le condizioni migliori si hanno con le mareggiate create dai venti sud orientali. Onde, schiuma, rocce sparse sul fondo… tutti fattori che portano a limitare la ricerca del mimetismo a vantaggio della robustezza e della capacità di far rimanere le esche il più possibile in pesca. E se le occhiate sono di sicuro la preda più frequente, un bracciolo lo possiamo anche “sacrificare” a queste, inserendo un popup appena prima dell’amo. Ma il secondo bracciolo, adagiato sul fondo, si spera sia “visitato” da pesci più nobili come saraghi e orate. Ogni spiaggia ha le sue particolarità. Cala Sinzias non fa eccezione. Un’esca che qui si dimostra davvero molto produttiva è, sempre a detta del bravissimo Alberto, la striscia di seppia. È di sicuro una soluzione selettiva che però le occhiate, famose per gli attacchi ciechi e violentissimi, gradiscono abbastanza. Ma la striscia di seppia, e questo è il vero motivo della nostra scelta, è quasi irresistibile per i grossi saraghi che abbandonano le loro tane nascoste tra le rocce, attratti dall’odore intenso che questa esca diffonde anche a lunga distanza. Cala Sinzias, in definitiva una spiaggia così semplice da raggiungere, così facile da decifrare che quasi sembra impossibile sia anche così pescosa. Lasciamo che in molti, ancora, lo credano.
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