Un solo amo, due o addirittura tre. Ecco le parature indicate per pescare sul fondo nei mesi estivi. La notte mormore e orate si avvicinano a riva in branchi numerosi. Con questi tre travi si ottengono subito grossi risultati.
Questo mese presentiamo tre parature molto indicate per la pesca estiva. Nei mesi che ci attendono le limitazioni del calendario balneare che impongono di pescare dalla spiaggia solo dal tramonto all’alba, possiamo accoglierle come un’opportunità favorevole. Pescare di notte, a luglio e agosto, oltre che essere piacevole dal punto di vista “climatico” perché ci premette di sostituire e dimenticare le ore di afa diurna con la brezza fresca della sera, vuol dire soprattutto andare alla ricerca dei “grufolatori notturni” e tra tutti, mormore e orate. Proponiamo quindi tre soluzioni, tre parature che si adattano a queste situazioni e quindi sono indicate per la pesca a fondo. Si parte da una configurazione semplice, elementare, per poi spostarci verso il classico paternoster, sino ad arrivare alla soluzione da pro.
Mini trave - La prima paratura proposta è una mono amo. Questa soluzione è semplice da realizzare, anche quando non abbiamo preparato nulla e dobbiamo costruirci il trave in spiaggia. A parità di lunghezza e sezione dei fili, un solo amo (un solo bracciolo quindi) permette di raggiungere la massima gittata nel lancio. Infatti, ogni bracciolo in più aggiunge dell’attrito con l’aria e rallenta la corsa dell’inganno. Quindi pescare con un solo amo è indicato per chi non ha grandi doti da lanciatore e vuole comunque arrivare lontano; ma è la soluzione migliore anche quando ci accorgiamo che il pesce nuota oltre il limite che riusciamo a raggiungere con configurazioni a 2 o 3 ami. In più, la soluzione mono amo è perfetta quando pensiamo di usare delle esche selettive, quali bibi o cannolicchio intero. In questi anni ha preso piede il “mini trave” in metallo. Si tratta di un trave in filo d’acciaio, non più lungo di 20 centimetri con un attacco centrale per l’unico bracciolo. La soluzione mini, consente di utilizzare canne anche non troppo lunghe (intorno ai 4 metri) e braccioli lunghissimi. Al mini trave si collega un finale in fluorocarbon, con sezione che può variare da 0,22 a 0,30, a seconda dell’esca e quindi della preda. Come lunghezza possiamo spingerci anche ben oltre il metro e mezzo se ci accorgiamo che il moto delle onde e la corrente non creano nodi e garbugli. La dimensione dell’amo è suggerita dall’esca, ma in questo periodo dell’anno misure da 6 al 10 sono le più consigliate.
Due ami a fondo - Non descriveremo tanto come costruire un paternoster, quanto come usarlo. Il trave a due ami per la pesca a fondo ha una lunghezza intorno ai due metri. Nylon o fluorocarbon? Se possibile il secondo, ma visto che in seguito proporremo la soluzione pro, lasciamo in questo caso scegliere alla tasca. La distanza tra i due sganci indica la lunghezza massima che possono raggiungere i braccioli. Il finale, questo si in fluorocarbon per forza, è da scegliere con sezione intorno allo 0,18. E veniamo all’azione. Una volta lanciato in acqua, il paternoster si deve adagiare quasi sul fondo per permettere alle esche di lavorare dove vogliamo. Quindi, lenza quasi in bando e frizione non troppo chiusa. Come esca, arenicola e coreano, assicurato con del filo elastico. Ami dall’8 al 12.
Tre piccolissimi inganni - Il terzo finale proposto è pensato per raggiungere il massimo della leggerezza e mimetismo. Lo usano gli agonisti in gara e quindi funziona. Unica pecca, meglio prepararlo a casa. Partiamo dalla canna e dal mulinello più adatti. Una canna da 4,25 sino a 4,5 metri, con azione non maggiore a 100 grammi e cimino molto sensibile. Mulinello nella misura intorno a 5500 con lenza madre dello 0,16 (a volte anche meno). Piombo da 50 a 80 grammi. Shock leader conico da 16 a 35. Nel trave non sono presenti girelle voluminose. Gli attacchi allo shock leader e al piombo sono garantiti da asole; i tre braccioli si uniscono (sempre con asole) al trave grazie a piccolissimi sganci rapidi. Il trave, in fluorocarbon, ha una sezione dello 0,30. La lunghezza dei tre finali dipende dalle condizioni del mare e indicativamente si utilizzano sezioni dello 0,14 o 0,16 con ami dal 14 al 10. Come esca è da preferire l’arenicola. Anche in questo caso bisogna fare in modo che i tre braccioli lavorino sul fondo. Si tratta di una pesca che in gergo è definita “light”, per palati fini e sensibili. Ma è in assoluto la soluzione che premia maggiormente.
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