Bluefish e le Esche
di Alessio Moica
Molti spinner chiamano “diavoli” i pesci serra, per via della loro irruenza e crudeltà. Questi aspetti caratteriali, da dominatore delle acque costiere, rappresentano, però, anche la debolezza del predatore famelico (Pomatomus saltatrix), visto che la caratteristica e incontenibile foga possiamo sfruttarla a nostro vantaggio. Da qui lo spinning al serra risulta una tecnica di pesca affascinante che si può praticare sia in ambiente naturale, sia nelle aree portuali.
Spiagge e scogliere
Per insidiare il pesce serra in ambiente naturale, come la spiaggia o la scogliera, abbiamo bisogno di precise condizioni, sia del mare, sia del meteo in generale. Infatti, affinché la nostra battuta di pesca non si riveli un flop, ma anzi sia un gran successo, bisogna programmarla per tempo. Personalmente, dopo aver provato tante volte e in tutte le condizioni possibili, concentro i tentativi solo in determinate condizioni, cioè quando sono sicuro di trovare onde e schiuma. Per quanto riguarda la spiaggia, aspetto che arrivi una bella scaduta, ma va benissimo anche la fase di mare montante, solo che è più difficile da prevedere, ma in ogni caso ci vuole almeno un metro e mezzo d’onda. Il discorso cambia un po’ dalla scogliera. In questo ambiente, in generale ostile per la limitazione dei movimenti visto il fondo irregolare, bisogna pensare, prima di tutto, alla sicurezza, quindi è imperativo che il mare si plachi. In condizioni critiche, troppo vicine al limite affrontabile, è difficile prevedere l’evoluzione di un’onda che si avvicina. Da qui nasce l’esponenziale aumento di pericolosità per gli spostamenti, ma anche per tenere semplicemente salda e sicura la posizione su uno scoglio, senza considerare, in ogni caso, la possibilità di bagnarsi. Anche la marea e la pressione atmosferica giocano un ruolo importante. Infatti, le condizioni più favorevoli, si trovano quando alta marea e bassa pressione sono concomitanti. Tra le condizioni generali rientra certamente anche il periodo dell’anno che coincide con la frega dei muggini, loro alimento per elezione, quindi fine estate e inizio autunno.
“Durante i primi lanci al buio, per far sì che le esche spicchino nel mar torbido, nella speranza di stuzzicare l'attenzione del predatore, provo subito un colore come il bianco oppure il giallo fluo, l'arancio acceso, il rosso o il rosa.”
Porti
Nelle aree portuali la pesca al serra assume diverse declinazioni, includendo il mare piatto o quasi. L’ecosistema chiuso di questo ambiente è vario e per il serra le specie da predare si moltiplicano. Possiamo ad esempio provare, come piace a me, a catturarli con le gomme su testine piombate, imitando delle triglie o piccoli pesci che stazionano sul fondo. Possiamo provare an-che con una gomma spiombata, simu- lando i muggini che nuotano a mezz'acqua o in superficie. Per le esche rigide bisogna ragionare sullo strato d’acqua che vogliamo sondare, e quin-di vanno bene i popper, wtd e saponette per la superficie, minnow per gli strati sottostanti. Per quanto riguarda i colori dell’esca si potrebbero scrivere pagine sull’argomento ma si può sintetizzare con una regola semplice: di notte e con mare torbido o schiuma vanno bene i colori brillanti, “elettrici” che rendono più facile l’avvistamento da parte del predatore. Di giorno o con acqua trasparente utilizzeremo colori che imitano quelli naturali. Le scelte che hanno fatto la differenza, per le mie esperienze, sono state le colorazioni più accese poco prima dell'alba. Mi capita spesso di arrivare sullo spot che ancora il sole non è sorto. Durante i primi lanci al buio, per far sì che le esche spicchino nel mar torbido, nella speranza di stuzzicare l'attenzione del predatore, provo subito un colore come il bianco oppure il giallo fluo, l'arancio acceso, il rosso o il rosa. Ma appena il sole si stacca dall’orizzonte è preferibile usare delle colorazioni che troviamo più comunemente in natura. Ad esempio il grigio scuro e l'argento che ricordano quelli che si ritrovano sui muggini. Va bene anche l’azzurro o il blu, simili a quelli delle aguglie. E così per una vasta gamma di colori che imitino i pesci foraggio, solitamente predati da serra, spigole e barracuda. Lo stesso discorso lo applicheremo anche per le esche siliconiche. Queste in generale hanno delle colorazioni molto belle e rispetto alle esche “dure” possiedono una marcia in più in fatto di movimento. Infatti, durante il nuoto, emettono molte più vibrazioni che permettono al predatore, anche di notte o nella schiuma, di individuare la preda.
Canna e mulinello
Per la pesca portuale, così come per la spiaggia, preferisco usare sempre mulinelli di taglia 4000 e canne che non superano i 7 piedi (circa 2,13 metri) di lunghezza con azione extra fast per avere maggiore sensibilità sulle esche siliconiche, senza mettere in crisi gli equilibri con le altre tipologie di esca. Questi fusti sono molto reattivi e tornano utili nel caso arrivi una spigola inaspettata. Per la scogliera bisogna considerare che in questo ambiente non sai mai cosa possa arrivare. Quindi tendenzialmente sono propenso all’uso di mulinelli taglia 5000 e 6000 e canne con azione medium fast per l’ottima gestione che anno di artificiali di superficie come popper, wtd e saponette e di grossi minnow. Anche in questo caso la canna non deve superare i 7 piedi, misura che agevola il lancio, facendo arrivare le nostre esche a distanze importanti.
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