Blue Shark 415
Le canne in due elementi tipiche della pesca dalla spiaggia sul modello anglosassone hanno segnato il passo a favore delle telescopiche e in questi ultimi anni soprattutto delle tre pezzi. Quindi è coraggioso, commercialmente, il tentativo di tornare indietro di venti anni, almeno, e proporre una nuova versione delle cards (canna a ripartizione di sezioni). In verità, di primo acchito, soltanto a soppesarla, la Blue Shark sembra qualcosa di diverso, non una tosta 120-130 grammi come ce l’hanno presentata. Sfoderata si apprezza non solo la leggerezza (appena 376 grammi) ma la razionale scelta dei componenti che va dagli anelli guidafilo in alluminio (Pacific Bay Minima 4) alla placca portamulinello del tipo a slitta. Il modello che giunge in redazione è un prototipo non troppo rifinito ma abbastanza impressionante per quel che lascia intuire. Fatte le dovute misurazioni che potete leggere nella scheda, il dato che spicca è il CCC, ossia il rapporto tra lunghezza e spessore pari a 1,99. Si tratta del valore più basso riscontrato in tutte le prove fatte su MP. Il che per alcuni potrebbe essere interpretato come un valore assoluto e soprattutto positivo, come se fosse la miglior canna mai costruita. Vale però la pena sottolineare che il coefficente di conicità di una canna indica la capacità del costruttore di conferire le caretteristiche intrinseche di un certo grado di conicità pur proponendo un prodotto a scarsa conicità. Come dire: per ottenere questo risultato ci hai studiato sopra, altrimenti la canna avrebbe avuto un’azione completamente diversa o si sarebbe rotta al primo lancio.
Portata in spiaggia l’innesto mostra qualche criticità superata con un aggiunta modesta di attenzione. Si tratta di un prototipo anche se la serie è già in commercio, e quindi è normale qualche sbavatura. Mentre invece apprezziamo la scelta della placca portamulinello a slitta, finalmente proporzionata e montata per il verso giusto. Decidiamo a pelle di passare subito alle maniere forti e caricarla al massimo con 110 grammi. La leva non è esagerata ma 412 centimetri, per l’esattezza, non sono pochi e la zavorra vola da sola quasi senza la risposta del fusto. Via via che ci scaldiamo chiediamo sempre di più e altrettanto fa la canna. Ha un bel caratterino e difficilmente perdona gli errori. Sembrerebbe una canna progettata da un giovane vigoroso e irruento e invece è il frutto di passione ed esperienza, come quella di Matteo Rocco, maturata in spiaggia e sui campi in erba. Chiudiamo la sessione soddisfatti, certi che qualche grammo in più sulla zavorra ci poteva stare anche a vantaggio della precisione, cosa che a pesca male non fa ceratmente male. Per concludere la Blue Shark 415 di Istriana, che viene fornita nuda, è una canna rigida, con azione di punta, estremamente leggera e potente in grado di gestire fili sottili e produrre grandi performance, come quelle richieste da una pesca sulla lunga distanza, meglio se diurna in ragione del suo “caratterino”. Per il resto, la vestizione ci è sembrata azzeccata ma, lo ripetiamo è uno step successivo all’acquisto del fusto, quindi a totale discrezione dell’utente. Completeremo il test con delle prove pratiche in mare sia di giorno che di notte, rispettando la successione temporale esposta, per assicurarci un approccio... really friendly.
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